L’Istituto

L’Opificio delle Pietre Dure (OPD) è un Istituto ad autonomia speciale del Ministero della Cultura afferente alla Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, che opera come centro di competenza e riferimento nazionale nel settore della conservazione di opere d’arte, svolgendo attività di restauro, ricerca ed alta formazione.Fondato da Ferdinando I de’ Medici come manifattura…

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Storia

L’Opificio delle Pietre Dure (conosciuto come OPD) affonda le sue radici nella Firenze medicea: infatti l’antico Opificio fu fondato nel 1588 da Ferdinando I de’ Medici come manifattura di corte specializzata nella lavorazione delle pietre dure, per la creazione di oggetti artistici destinati ad arredare le dimore granducali o ad essere offerti in dono. La sua prima sede fu collocata nella “Galleria dei lavori”, nel braccio di levante degli Uffizi.

La manifattura continuò la sua attività anche sotto la dinastia dei Lorena, impegnandosi per oltre tre secoli, fino alla fine del XIX secolo, nella decorazione della Cappella dei Principi in San Lorenzo (il mausoleo che ospita le tombe medicee). Di questa splendida stagione produttiva resta testimonianza nel Museo dell’OPD presso la sede storica di via degli Alfani.

Con il Regno d’Italia e la fine del Granducato di Toscana, venne a mancare il principale committente dell’Opificio che, grazie alla lungimiranza del nuovo Direttore, Edoardo Marchionni, convertì progressivamente la sua attività in centro specializzato nel restauro operando non solo a Firenze e provincia (fondamentale l’intervento sui mosaici della cupola del Battistero di Firenze), ma anche in grandi restauri di mosaici e materiali lapidei in ambito nazionale ed internazionale: nel Battistero di Albenga in Liguria, nei principali monumenti ravennati, nella Cappella del Sacramento del duomo di Reggio Calabria, nei pavimenti a mosaico dell’abbazia di Pomposa, del Duomo di Salerno, negli edifici romani dell’isola di Kos, e altrove. Dopo la Seconda guerra mondiale l’Opificio contribuì al recupero di importanti opere danneggiate dalle operazioni belliche, attenendosi al restauro lapideo, dei mosaici, delle terrecotte.

L’altra realtà che dà origine al moderno Istituto è quella del Gabinetto Restauri della Soprintendenza delle Belle Arti di Firenze, fondato nel 1932 da Ugo Procacci e che può a buon diritto essere considerato, per precedenza cronologica, il primo laboratorio di restauro moderno d’Italia. Fra i grandi meriti del ‘Gabinetto Restauri’ ci fu quello della applicazione delle indagini scientifiche come atto preliminare al restauro, a cominciare con la Radiografia, dando impulso alla cosiddetta stagione dei “restauri di rivelazione” che caratterizzò gli interventi portati avanti dal laboratorio fino agli anni ’50.

In seguito al tragico evento dell’alluvione di Firenze del 1966 il Gabinetto Restauri della Soprintendenza fu trasferito in un edificio interno alla Fortezza da Basso (tuttora la sede più ampia dei laboratori dell’OPD), per la necessità di ospitare una gran quantità di opere da restaurare, anche di grandissimo formato, come la Croce dipinta di Cimabue proveniente dal Museo dell’Opera di Santa Croce. Grazie anche all’aiuto di restauratori provenienti da tutte le parti del mondo, il laboratorio fiorentino divenne uno dei centri all’avanguardia nel mondo del restauro, sintetizzando tradizione e modernità tecnologica.

Nel 1975, con la legge istitutiva del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, l’antico Opificio ed il Gabinetto Restauri della Soprintendenza vennero riuniti in un’unica entità con il nome di Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro, dando così origine al moderno Istituto.

I Direttori dell’OPD

Umberto Baldini  (1970-1983)

Margherita Lenzini Moriondo   (1983-1984)

Anna Forlani Tempesti  (1984-1986)

Antonio Paolucci  (1986-1988)

Giorgio Bonsanti  (1988-2000)

Cristina Acidini  (2000 2008)

Bruno Santi  (2008-2009)

Isabella Lapi (2009-2010)

Cristina Acidini  (2010-2012)

Marco Ciatti (2012-2022)

Emanuela Daffra (2022- in corso)

Opificio delle Pietre Dure: Presentazione