Servizio Beni archeologici

Informazioni sull’attività

Il Servizio

Sede

Il Servizio Beni archeologici ha un ufficio nella sede storica dell’OPD in via degli Alfani 78, ma è operativo in tutti i laboratori e le sedi dell’OPD: trattandosi di un servizio trasversale, interviene a supporto dei vari settori di restauro per interventi conservativi, restauri e ricerche che riguardano beni archeologici, indipendentemente dai materiali di cui sono composti.

Storia

Il restauro archeologico si intreccia con la storia stessa dell’Opificio delle Pietre Dure: infatti già in epoca granducale (XVI-XVIII sec.) le maestranze dell’antica manifattura artistica erano impiegate anche per il restauro delle sculture di età romana che, secondo la metodologia dell’epoca, comportava la messa in opera mediante perni di ampie parti di integrazione scolpite ex novo.

Dal periodo post-unitario, con l’avvenuta trasformazione dell’Opificio in istituto preposto esclusivamente al restauro delle “Belle Arti”, anche per il restauro archeologico, così come per quello dei materiali lapidei e musivi (sui quali inizialmente l’Opificio si specializza) è adottata una nuova metodologia che gradualmente si affina utilizzando anche tecniche innovative e sperimentali per l’epoca, come quella dello strappo di estese superfici di mosaici pavimentali romani con l’utilizzo di grandi rulli di legno.

Negli anni ’30 del Novecento i restauratori dell’OPD furono attivi nelle campagne di scavo ed anastilosi archeologiche nelle isole del Dodecaneso. Al 1938-40 risalgono gli interventi nel Castello del Gran Maestro a Rodi: gran parte degli splendidi pavimenti in mosaico ed opus sectile databili dal II al V sec. d.C. che adornano le numerose sale del Castello provengono dagli scavi archeologici condotti dopo il terremoto del 1933 nell’abitato antico della vicina isola di Coo. I mosaici furono distaccati, ricomposti e rimontati, talora riassemblati, a cura e sotto la guida dei restauratori Antonio Freni Vittorio Toti, con numerose ed ampie integrazioni in stile.

Nel corso degli anni ’30 i restauratori di materiali lapidei dell’Opificio operarono anche nei siti archeologici della Libia, le antiche città romane di Cirene, Sabratha e Leptis Magna, nella anastilosi e nel rimontaggio di elementi strutturali in marmo, spesso interamente decorati.

L’OPD continuò ad operare per i restauri archeologici anche dopo la guerra, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso in Italia e all’estero.

Operatività, ricerca, formazione

L’OPD ha proseguito ad operare per i restauri archeologici anche dopo la guerra, negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso in Italia e all’estero, evolvendo progressivamente le proprie competenze dal restauro dei mosaici e dei materiali lapidei a tutti gli altri materiali relativi ai beni archeologici come la ceramica, le pitture murali, i metalli, l’oreficeria, fino ai tessili. Successivamente all’acquisizione dell’autonomia da parte dell’Istituto, si è dunque reso necessario dedicare un servizio specifico all’archeologia.

Il servizio Beni archeologici opera in sinergia con i vari settori di restauro dell’OPD e con i Laboratori scientifici offrendo consulenza specifica per interventi conservativi, restauri e progetti di ricerca su beni archeologici. Negli ultimi anni ha portato avanti interventi impegnativi e progetti di ricerca in collaborazione con numerosi enti: molti restauri e ricerche sono stati condotti con il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, altre collaborazioni proficue sono state avviate con il Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo, con la Soprintendenza archeologica di Pompei per un progetto sulle Fontane pubbliche a Pompei, con la Fondazione Brescia Musei per il restauro della Vittoria Alata di Brescia, fino alle più recenti attività avviate con la Soprintendenza ABAP di Pisa e Livorno, con il Museo Guarnacci di Volterra e con il Complesso monumentale dei Girolamini a Napoli.

Gli interventi conservativi e di restauro condotti dal servizio sono occasione per sviluppare varie linee di ricerca operando con i vari laboratori dell’OPD che a seconda dei casi specifici sono coinvolti, come le indagini sulle tecniche artistiche sviluppate in antichità per diverse tipologie di manufatti e gli studi sulla storia del collezionismo e del restauro, spesso legati alla ricostruzione della storia conservativa di vari beni archeologici oggi musealizzati.

Il servizio è inoltre coinvolto attivamente nelle attività formative della SAFS, con l’insegnamento di Archeologia classica (L-ANT/07) e con l’organizzazione di moduli specifici dedicati al restauro dei beni archeologici nell’ambito degli insegnamenti tecnici per i vari Percorsi Formativi Professionalizzanti, oltre che con ricerche portate avanti in occasione di specifiche tesi di laurea.