La scultura è intagliata a tutto tondo da un unico blocco di legno di noce, con una probabile aggiunta laterale in corrispondenza del braccio destro aggettante. Dall’analisi macroscopica della base della pedana risulta infatti ben visibile il nucleo centrale del tronco utilizzato. La lama della spada è stata, invece, realizzata a parte e posizionata, tramite incollaggio, in un incavo corrispondente allo spazio della mano racchiusa. La scultura presentava uno strato di ridipintura non originale.
La scultura si presentava in un precario stato di conservazione.
L’avambraccio destro, probabilmente a causa di una rottura accidentale, era attraversato da una frattura; era stato poi in un secondo momento vincolato da un grosso chiodo forgiato, aggiuntivo ad uno originale presente nella gronda della manica.
La parte frontale della veste presentava una spaccatura che, partendo da sopra il ginocchio destro, proseguiva fino alla pedana.
La parte posteriore della testa, in corrispondenza di un’apertura di forma pseudo-circolare predisposta per il posizionamento dell’aureola (andata perduta), era parzialmente danneggiata dall’azione erosiva di insetti xilofagi.
Lo strato più recente di policromia è apparso di scarsa qualità, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati sia per quanto riguarda la tecnica. La spada, inoltre, aveva perduto la sua decorazione originale, realizzata in foglia d’argento per la lama e d’oro per l’impugnatura.
Pur non essendo stata reperita nessuna documentazione, appare evidente che la scultura abbia subìto alcuni radicali interventi estetici, consistenti nella rimozione della finitura originale (fatta eccezione per il viso, le mani e il piede) e nella stesura della ridipintura; la presenza di tali livelli è stata confermata dalle indagini stratigrafiche.
L’intervento è stato preceduto da una campagna diagnostica, comprensiva dell’indagine radiografica, xilotomica e stratigrafica, che ha consentito di determinare la tecnica pittorica e di caratterizzare i materiali costitutivi. In particolare, le analisi stratigrafiche hanno evidenziato una situazione abbastanza complessa, poi confermata nella fase iniziale del restauro dai saggi di pulitura.
Inizialmente è stata eseguita un’accurata spolveratura per rimuovere il particellato adeso in maniera tenace alla superfice, seguita poi da una fermatura localizzata delle zone instabili di colore, prevalentemente in corrispondenza della testa. A causa della quasi totale perdita del film pittorico originale, però, in accordo con la proprietà, si è deciso di limitare la pulitura ad un livello superficiale su tutta la veste e sul manto. Viceversa, sugli incarnati, sulla barba e sul colletto della veste è stato possibile procedere con la rimozione della ridipintura, considerato il buono stato di conservazione del colore sottostante. La barba è stata quindi consolidata con Aquazol 200.
A causa dell’instabilità dell’avambraccio destro e tenuto conto dei risultati dell’indagine radiografica, si è deciso di staccare lo stesso avambraccio per consentirne il migliore e più stabile riposizionamento.
La matrice lignea, dove più degradata, è stata consolidata con consolidante a base di resina alifatica Regalrez 1126 (Rexil® CTS) diluito al 25% in solvente idrocarburico, e, laddove necessario, riempita poi con stucco bicomponente epossidico (Balsite® CTS) diluito al 5% in alcol e applicata per iniezione.
Si è quindi proceduto con l’integrazione delle lacune (stuccatura e integrazione pittorica); infine, è stata applicata a pennello la protezione finale con Regal Retouching Varnish.
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