SABAP per le province di Lucca e Massa Carrara: Ilaria Boncompagni
Ente Chiesa Cattedrale di San Martino: Annamaria Giusti, don Marco Gragnani, Francesco Niccoli
Già direttore OPD: Marco Ciatti
Direttrice dei lavori: Marta Conforti
Coordinatore per la sicurezza: Tommaso Sorbi
Movimentazione: Arterìa srl
Allestimento ponteggi e cantiere: Nannini Costruzioni srl
Impianti: TecnoService srl
Riprese video: Roberto Giovannini
ll Volto Santo è una monumentale scultura lignea policroma raffigurante un Crocifisso tunicato, che la leggenda definisce immagine acheropita. È stato ed è tuttora oggetto di un’eccezionale venerazione, diffusa in tutta Europa fin dal Medioevo, che lo ha eletto a simbolo religioso della città di Lucca. È custodito nel tempietto rinascimentale realizzato da Matteo Civitali nella navata sinistra della Cattedrale di San Martino. La critica era concorde nel ritenere che l’opera fosse databile tra il XII e il XIII secolo, tuttavia la recente campagna d’indagini con il metodo del carbonio-14 (14C) ha consentito di anticipare la datazione all’VIII-IX secolo.
Il Volto Santo è costituito da tre elementi in legno di noce: il corpo, realizzato in un unico tronco interamente scavato sul retro, e le due braccia, che si connettono a esso tramite tenoni inseriti nelle relative sedi. Sei perni lignei rastremati ancorano saldamente il Crocifisso alla Croce, nella quale i due elementi costituenti lo stipite e il patibolo sono uniti con un incastro a mezzo legno, supportato dall’inserimento di un perno ligneo e quattro grandi chiodi metallici ribattuti sul fronte. Il peso complessivo della scultura è di circa 157 kg.
La policromia attualmente visibile, sia del Crocifisso sia della Croce, è frutto di successive ridipinture e sovrapposizioni di differenti materiali filmogeni.
Come spesso accade per le sculture lignee antiche, l’opera è caratterizzata dalla compresenza di diversi materiali oltre al legno e agli strati preparatori e pittorici, quali: la tela di incamottatura, posta in corrispondenza della giunzione delle braccia al corpo e sotto le dorature; gli occhi in pasta vitrea; alcuni elementi tessili, a guarnizione delle estremità della cintura; l’oreficeria del Nimbo, composta a sua volta da parti lignee, paste vitree colorate e lamine in argento e lega di rame dorato.
La tecnica esecutiva del Volto Santo è stata studiata grazie a un’accurata osservazione diretta, possibile dopo il trasferimento dell’opera nel cantiere-laboratorio allestito nel transetto sinistro della cattedrale lucchese, coadiuvata dai risultati delle indagini diagnostiche: in particolare, le immagini radiografiche sono risultate fondamentali per la comprensione degli aspetti strutturali, mentre le stratigrafie e le analisi multispettrali per caratterizzare la policromia e gli strati filmogeni non originali e di deposito.
La scultura risulta stabile dal punto di vista strutturale: non si osservano sulla matrice lignea fenditure, fratture, fenomeni di decoesione e segni significativi di attacchi xilofagi. Sono comunque evidenti le linee di disconnessione delle braccia dal corpo. Anche la Croce non presenta particolari problematiche strutturali.
La pellicola pittorica, sia sul Cristo che sulla Croce, è interessata da numerosi sollevamenti, abrasioni e diffuse cadute di colore, che riguardano tutti i livelli stratigrafici, dal più antico ai vari strati di ridipintura.
La lettura dell’opera è compromessa dalla presenza consistente e diffusa di materiale di deposito coerente, strati filmogeni alterati e numerosi ritocchi.
I risultati di più campagne diagnostiche, eseguite da importanti enti pubblici e privati dal 2012 ad oggi, hanno contribuito allo studio del Volto Santo, sia dal punto di vista delle vicende storiche, sia per la comprensione della tecnica esecutiva, la caratterizzazione dei materiali costitutivi e la formulazione di ipotesi sulle cause del degrado. Le indagini invasive e non finora eseguite sono:
∙ Pesatura;
∙ Rilievo 3D;
∙ Fluorescenza UV;
∙ Infrarosso b/n e f/c;
∙ Radiografia;
∙ Spettrometria EDXRF;
∙ Spettroscopia FT-IR;
∙ Analisi xilotomiche;
∙ Datazione col metodo del 14C;
∙ Indagini stratigrafiche al MO e al SEM-EDX, comprensive di test microchimici;
∙ Analisi macro- e micro-Raman
∙ Cromatografia e spettrometria di massa (PY-GC-MS, GC-MS, HPLC-MS).
L’intervento si pone come obbiettivi la stabilizzazione dei fenomeni di degrado presenti, il recupero della leggibilità del modellato e della policromia e il riallestimento dell’opera secondo i corretti standard di conservazione. Considerata l’importanza storico-artistica e religiosa, il progetto complessivo include l’attenta valutazione delle esigenze di culto, così come di quelle legate alla storicizzazione iconografica.
Le fasi del progetto di restauro sono:
Sulle fasi e lo stato del restauro si veda anche: https://voltosantolucca.it/
∙ S BASSI, S. ROSSI, L’apertura del cantiere di restauro del Volto Santo a Lucca, in OPD Restauro, 34, 2022
∙ A. GIUSTI, Quel legno venerabile e antichissimo, in Medioevo, 283, 2020, pp. 32-45
∙ S. MARTINELLI, L’immagine del Volto Santo di Lucca. Il successo europeo di un’iconografia medievale, Edizioni ETS, 2016
∙ A. C. QUINTAVALLE, Rosano e i Crocifissi viventi della Riforma, dal Volto Santo di Lucca a Batlló, in OPD Restauro, 20, 2008, pp. 162-167
∙ M. C. FERRARI, A. MEYER, Il Volto Santo in Europa. Culto e immagini del Crocifisso nel Medioevo, Atti del Convegno internazionale di Engelberg (13-16 settembre 2000), Lucca, Istituto Storico Lucchese, 2005
∙ M. ZINCONI, La Santa Croce di Lucca: il Volto Santo. Storia tradizioni immagini, Atti del Convegno, Villa Bottini 1-3 marzo 2001, Empoli, Editori dell’Acero, 2003
∙ P. LAZZARINI, Il Volto Santo di Lucca, M. Pacini Fazzi, 1982
∙ Z. DE FRANCOVICH, Il Volto Santo di Lucca, in Bollettino Storico lucchese, 1, 1936
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