
Gascromatografia-spettrometria di massa: Alessia Andreotti e Francesca Modugno (Laboratorio Science for Cultural Heritage del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa).
Rilievo 3D: Visual Computing Laboratory del CNR-ISTI.
La Maddalena penitente, proveniente dalla Cappella Spini all’interno della chiesa di Santa Trinita a Firenze, fu commissionata nel 1458 da Annalena Malatesta all’artista Desiderio da Settignano e terminata, dopo la morte di quest’ultimo, da Giovanni d’Andrea, abbracciando un arco temporale di circa quattro decenni (1458-1499).
Le vicende storiche dell’opera e la tecnica di costruzione sono state approfondite grazie all’attuale intervento di restauro e ad una tesi di laurea del percorso formativo PF2, a cura dello studente Carlandrea Tortorelli, dal titolo La Maddalena penitente di Desiderio da Settignano e Giovanni d’Andrea: studio e applicazione di emulsioni per la pulitura di una scultura lignea policroma del rinascimento fiorentino.
La scultura è realizzata da un unico tronco scavato per rimuovere il midollo, al quale sono assemblati ulteriori pezzi di legno per ricavare gli arti superiori, quelli inferiori e le ciocche di capelli.
La tecnica della rimozione del midollo era già in uso nel medioevo per ridurre la formazione degli spacchi radiali, dovuti al ritiro del legno durante la stagionatura.
Le indagini xilotomiche, attraverso l’esame della struttura anatomica del legno, hanno permesso di individuare con chiarezza le specie lignee impiegate che, a differenza di quanto riportato nelle pubblicazioni tecniche precedenti, risultano essere tiglio per l’intaglio del busto, della testa e delle braccia, pioppo per le gambe e la base, e sughero per le ciocche dei capelli; quest’ultimo scelto forse per la sua leggerezza.
La radiografia, oltre all’analisi complessiva della struttura, ha permesso di distinguere ben 201 elementi metallici di fissaggio, usati principalmente per inchiodare le numerose ciocche di capelli intagliate separatamente, e di capire la tecnica di realizzazione delle dita delle mani, modellate in stucco e ancorate tramite filo di ferro.
Il film pittorico è steso su di un’imprimitura realizzata con pigmenti e colla animale ed è costituito da olio di lino e dai medesimi pigmenti utilizzati per l’imprimitura.
La tavolozza pittorica è ridotta a pochi colori per entrambe le stesure pittoriche (imprimitura a tempera magra e strato pittorico ad olio siccativo): pigmenti terrosi, ocre, rosso cinabro, biacca, nero carbone. Gli incarnati sono costituiti principalmente da biacca e cinabro, con aggiunta di terre e ocre; il bruno dei capelli deriva dalla mescolanza di pigmenti terrosi e ocre; la policromia originale della base della scultura si ritiene essere di colore marrone.
Le problematiche conservative che hanno motivato il progetto di restauro e l’inizio dell’intervento della Maddalena penitente riguardavano, principalmente, la leggibilità della policromia originale. Essa risultava compromessa da evidenti alterazioni dei materiali usati in passato per l’integrazione pittorica, oltre che dai residui di una ridipintura a olio, non totalmente rimossa negli anni Ottanta per la mancanza di sistemi sicuri per la conservazione della pellicola pittorica originale.
I passi fatti dalla ricerca nel campo della pulitura hanno permesso di intervenire in sicurezza dove non era stato prima possibile.
La Maddalena penitente fu restaurata tra il 1983 e il 1990 presso il laboratorio di restauro di scultura lignea policroma della Fortezza da Basso, in occasione della mostra La Maddalena tra sacro e profano: da Giotto a De Chirico, realizzata a Palazzo Pitti nel 1986. Dalla scheda di restauro si evince che in un intervento conservativo antecedente quello degli anni Ottanta, alcuni elementi lignei erano stati rincollati malamente, contribuendo al sollevamento e alla perdita di parte della superficie pittorica.
Inoltre, la policromia originale era stata ridipinta con una policromia ad olio molto spessa. Si intervenne, quindi, sia strutturalmente sia rimuovendo la ridipintura.
Recentemente l’opera è stata nuovamente ospitata nei laboratori per una manutenzione propedeutica al prestito per la mostra Il corpo e l’anima. Sculture italiane da Donatello a Michelangelo (1460-1520), presso il Musée du Louvre di Parigi e il Castello Sforzesco di Milano tra il 2020 e il 2021.
L’intervento di manutenzione ha riguardato la messa in sicurezza dell’opera, facendo riaderire la pellicola pittorica sollevata e incollando alcuni elementi anatomici parzialmente staccati. Inoltre, si è provveduto al miglioramento estetico grazie alla pulitura dei soli depositi di particolato atmosferico.
L’intervento è stato eseguito mediante il dry cleaning dello sporco decoeso e l’uso di soluzioni tampone per quello coeso alla vernice di restauro.
La tecnica di realizzazione della Maddalena è stata approfondita grazie a una radiografia digitale ad alta risoluzione (RX), che ha interessato il volume totale dell’opera; per l’identificazione delle specie legnose sono state effettuate osservazioni allo stereomicroscopio. È stato poi acquisito un rilievo 3D per ottenere una caratterizzazione del modellato e della superficie.
Per la caratterizzazione dei materiali costitutivi sono state revisionate e rianalizzate tutte le sezioni lucide archiviate, acquisite dal primo campionamento effettuato durante il restauro eseguito dall’Opificio negli anni Ottanta. Queste sono state rilappate ed osservate nuovamente al microscopio ottico (MO) in luce visibile (VIS), diffusa e con sorgente ultravioletta (UV) per l’esame della fluorescenza indotta nei materiali.
Poi le stesse sezioni sono state analizzate al microscopio elettronico a scansione (SEM) fino ad avviare una nuova campagna di campionamento, atta ad ottenere informazioni più chiare sugli strati filmogeni delle campiture delle varie parti della scultura.
Per una chiara identificazione del legante presente negli strati pittorici sono state impiegate la Gascromatografia-spettrometria di massa (GC-MS) e la Spettrofotometria infrarossa a trasformata di Fourier (FT-IR).
Per completare le informazioni sullo stato dell’opera, sono state analizzate le condizioni microclimatiche presenti all’interno della nicchia della Cappella Spini in Santa Trinita, sede espositiva dell’opera, così da delineare il clima storico in cui si è conservata la scultura.
La complessità dell’intervento deriva dalla difficoltà di rimuovere solo gli strati soprammessi e di distinguere la policromia originale, peraltro frammentaria e molto fragile, dai ritocchi e dalla ridipintura. Tale sfida è resa ancora più complessa dalla tridimensionalità, caratterizzata da zone difficilmente accessibili.
Attraverso lo studio dello strato filmogeno originale, che come riportato dalle analisi ha caratteristiche sia lipofile (frazione oleosa) sia idrofile (frazione di colla animale), oltre ad una fragilità meccanica intrinseca, è stato possibile mettere a punto un sistema di pulitura a base di soluzioni acquose in emulsione a vari pH, assolutamente sicure per il colore originale. Dopo il rigonfiamento dei materiali da rimuovere, la pulitura è stata rifinita meccanicamente a bisturi con il costante ausilio dello stereomicroscopio, fondamentale per discriminare con precisione la ridipintura scura dalla campitura originale.
La parte estetica del restauro, ancora in corso d’opera, riguarderà la stuccatura delle lacune degli strati preparatori e pittorici, riproponendo l’andamento della superficie per evitare interruzioni di lettura della materia. Inoltre, l’integrazione pittorica con la tecnica della selezione cromatica garantirà il rispetto del principio di riconoscibilità dell’intervento.
L’operazione è finalizzata a ridare integrità, continuità e leggibilità alla superficie pittorica originale, ricollegando cromaticamente il tessuto pittorico della superficie, interrotta da numerose lacune, nel rispetto dei principi di reversibilità e riconoscibilità.
C. TORTORELLI, A. CAGNINI, C. NAPOLI, E. TARTAGLIA, Studio e applicazione di emulsioni per la pulitura della Maddalena penitente di Santa Trinita, OPD restauro n.35, Firenze, Centro Di, 2023, pp.102-108;
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