Servizio Arte contemporanea

Informazioni sull’attività

Il Servizio

Sede

Il Servizio Arte Contemporanea ha un ufficio presso la Fortezza da Basso, ma opera a supporto dei diversi settori dell’Opificio, storicamente articolati per materiali, per la conservazione di quella parte del patrimonio culturale che si colloca tra l’avvento di materiali e procedure industriali (indicativamente da metà Ottocento) e i giorni nostri.

Storia

Il Servizio è di recente costituzione (2021) ed è nato con l’obiettivo di coordinare ed orientare l’attività dell’Opificio in un ambito che, pur manifestando elementi di continuità con l’arte del passato, ha introdotto spesso programmatici elementi di rottura, ponendo una serie di problemi in molti casi aperti e oggetto di un dibattito che negli ultimi anni si è fatto particolarmente vivace.

L’utilizzo di nuovi materiali, l’ampliamento degli ambiti dell’operare artistico (compreso lo sconfinamento in territori extraculturali), l’introduzione della categoria dell’effimero, la possibilità di confronto diretto con l’artista, il deperimento della materia come scelta espressiva, la centralità del momento ideativo rispetto a quello operativo sono infatti soltanto alcuni tra gli aspetti che possono comportare un vero e proprio cambio di paradigma dal punto di vista teorico, metodologico e tecnico nell’approccio alla conservazione.

In questo senso, pur trovando una solida base d’appoggio nella lunga tradizione dell’Opificio, l’arte contemporanea rappresenta un’occasione importante di ampliamento dei temi di ricerca dell’istituto.

Operatività, ricerca, formazione

Il Servizio eredita  esperienze importanti svolte prima della sua costituzione dai diversi settori dell’istituto, tra le quali ricordiamo il restauro terminato nel 2015 di Alchemy, rivoluzionario dipinto di Jackson Pollock del 1947 (Peggy Guggenheim Collection di Venezia), e quello del Memoriale in onore degli Italiani caduti nei campi di sterminio nazisti, opera corale dello studio BBPR insieme a Pupino Samonà, Luigi Nono, Primo Levi installata nel 1980 nel campo di sterminio di Auschwitz e ricollocata presso l’EX3 di Gavinana a Firenze dopo il restauro dell’Opificio nel 2019.

Dal 2021 ad oggi ha portato avanti importanti progetti in collaborazione con istituzioni di grande rilievo, tra i quali il restauro di Felt piece, uno dei celebri lavori in feltro di  Robert Morris del 1993 (in collaborazione con il Settore Tessili) e di Wall Drawing #736 Rectangles of colour di Sol Lewitt del 1993 (in collaborazione con il Settore Pitture murali e stucchi) entrambi al Centro per le arti contemporanee Luigi Pecci di
Prato
, di un’opera emblematica dell’arte del ‘900 come la prima Boîte en valise realizzata da Marcel Duchamp per Peggy Guggenheim nel 1941 (in collaborazione con il Settore materiali cartacei e membranacei) oggi alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, o ancora quello del grande bronzo Warrior with shield di Henry Moore donato dall’artista alla città di Firenze nel 1972 (in collaborazione con il Settore Bronzi e armi antiche) oggi proprietà del British Institute of Florence.

Importanti attività di ricerca e consulenza sono state avviate, tra le altre, con la Fondazione Alinari per la Fotografia, con la Fondazione Palazzo Strozzi e con il MAXXI di Roma.

L’ambito della conservazione dell’arte contemporanea è inoltre pienamente integrato nelle attività formative dell’Opificio, sia nei diversi Percorsi Formativi Professionalizzanti della Scuola di Alta Formazione e Studio, attraverso moduli specialistici e lavori di studio e ricerca sviluppati sempre più spesso nell’ambito di tesi di diploma, ma anche nell’ambito delle due edizioni (2011 e 2021-22) di un Master in Conservazione e gestione delle opere d’arte contemporanee, l’ultima delle quali realizzata in collaborazione con FOP-Fondazione Opificio.