
L’intervento di pulitura è stato effettuato con metodologie di tipo meccanico e chimico. Il restauro ha consentito preziose valutazioni sulle caratteristiche del coating e incentivato approfondite riflessioni sull’individuazione e le modalità applicative dei protettivi.
Conservatore della Peggy Guggenheim di Venezia: Luciano Pensabene Buemi
L’opera di H. Moore Working model for Oval with Points, di proprietà della Collezione Nasher di Dallas, è stata concessa in prestito alla Collezione Peggy Guggenheim dove è stata esposta nel giardino del museo dal 2010 al 2015, nella zona sinistra antistante l’ingresso di Palazzo Venier dei Leoni.
H. Moore ha realizzato questa scultura fra il 1968 e il 1969, è la quinta di 12 repliche. Dal 1995 l’opera è stata periodicamente monitorata dai conservatori del Nasher Sculpture Center e sottoposta ad intervento di restauro nel Luglio 2010.
La patina iniziale si presume essere stata originariamente in sintonia con altre finiture coeve: una generale intonazione giallo-bruno, non uniforme. La Collezione Nasher non possiede foto dell’opera relative al momento dell’acquisizione.
Le metodologie di intervento suggerite e poi attuate da parte del Nasher Sculpture Center sono state essenzialmente tese a rinnovare la protezione superficiale e ad uniformare le eterogeneità conseguenti al degrado di quest’ultima. Una grande abrasione presente nella parte alta dell’opera era stata trattata con cera pigmentata.
L’esposizione in esterno, unitamente alla critica situazione climatica veneziana, avevano portato e presumibilmente incrementato il naturale degrado della stesura protettiva finale. La superficie del bronzo era perciò estremamente chiazzata e cromaticamente contraddistinta da aree bruno-grigie di varia morfologia, in conseguenza al dilavamento e al degrado differenziato del protettivo. Si osservano inoltre aree di colore verde più o meno intenso, per la presenza di prodotti di alterazione della lega di rame, più accentuati nelle microporiosità dei piani orizzontali in aggetto del fronte.
Depositi di colore verde intenso, di consistenza cerosa, coprivano i culmini delle due punte interne.
Contestualmente alle prime indagini effettuate prima di iniziare l’intervento di pulitura presso il Laboratorio bronzi dell’Opificio, seguito anche dal Conservatore Luciano Pensabene della Collezione Guggenheim di Venezia, sono state poste alcune domande sulla metodologia adottata dalla Collezione Nasher. In un secondo tempo ci siamo confrontati con il Conservatore della Henry Moore Foundation, James Copper, e con Derek Pullen, per molti anni conservatore presso la Tate di Londra, presente ad uno dei primi sopralluoghi effettuati a Venezia.
La finalità della nostra pulitura è stata mirata ad eliminare il protettivo degradato ed attenuare le disomogeneità più evidenti senza abradere in profondità la superficie. La protezione finale adottata è consistita in una applicazione a pennello di cera microcristallina, affiancata ad una sperimentazione sui protettivi tuttora in corso, in collaborazione con il laboratorio Scientifico dell’Opificio. Sulla grande abrasione superiore è stata effettuata solo una leggera pigmentatura con acquerello.
Per eliminare il vecchio protettivo sono stati impiegati getti di vapore. La pulitura è stata approfondita con miscele di soventi sostitutivi. Sono state impiegate anche polvere abrasive singole o in blend applicate con spugne, panni o cotone, supportate con acqua deionizzata.
La grande abrasione presente nella zona alta è stata integrata con acquerelli (applicazione “a spruzzo tramite pennello.
La stessa metodologia è stata applicata per quelle zone che presentavano discontinuità cromatica o superficiale. Come protezione finale è stata applicata cera microcristallina Soter 501/OC diluita con solvente Soter. La base è stata trattata con Soter 202/LS.
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