L’opera raffigura un cavaliere su un cavallo con basamento, realizzato parallelamente all’insieme. E’ attualmente collocata in una zona piana del parco, limitrofa al prato in salita antistante la Villa e vicina al cancello secondario di accesso, collocato lungo la strada che conduce al parcheggio. Intorno alla scultura ci sono piante e alberi.
L’opera risulta in buono stato di conservazione per quanto l’esposizione in esterno abbia in parte condizionato la stabilità dell’originaria patinatura chimica superficiale, restituendo una superficie che cromaticamente risulta molto mossa e varia dal verde al nero, con passaggi intermedi. In più punti si rilevano eterogeneità conseguenti al dilavamento e percolazioni di ruggine, attribuibili alla presenza di chiodi distanziatori in ferro.
Si è cercato di individuare un discrimine, un livello, fra le varie patine presenti: se in alcune zone è possibile dire che il nero sembra lo strato più esterno e il verde quello più adeso, si rilevano poi un’ampia gamma di situazioni intermedie che mettono questo in discussione.
Purtroppo non ci sono documentazioni o notizie certe su quale fosse la finitura originaria dell’opera.
Le poche fotografie storiche rintracciate sono in bianco e nero, la superficie sembra più omogenea e forse verosimilmente più tendente al bruno, ma rimane difficile attribuirle un colore certo anche osservando le patine scelte dell’artista in opere coeve.
Per quanto riguarda il basamento sono presenti alcuni fori e cricche, una in particolare nel laterale lungo del fianco sinistro, che ne rendono consigliabile il monitoraggio.
Prima di procedere all’intervento di manutenzione straordinaria è stata effettuata la documentazione fotografica e sono stati prelevati alcuni campioni delle alterazioni presenti.
Si è poi effettuato un lungo lavaggio con acqua, coadiuvando l’azione mediante l’applicazione di calore in alcune zone, insistendo con spazzole e pennelli di setola, tagliati e protetti con nastro di carta nella parte metallica. Questa azione ha permesso di eliminare parte dei sali solubili e dei prodotti più concrezionati, questi ultimi costituiti prevalentemente da depositi terrosi e vegetali. La pulitura è stata approfondita con microsabbiatura e vibroincisore in particolare nelle zone del sotto-pancia e nelle parti interne delle zampe, dove le alterazioni risultavano più evidenti e spesse. Abbiamo abbassato altre discontinuità conseguenti alle linee di dilavamento, fermandoci però in modo da non intaccare quei livelli che possono essere attribuiti a differenziazioni intenzionalmente effettuate durante le fasi di patinatura, quindi coeve alla realizzazione dell’opera.
Sarebbe risultato particolarmente utile rintracciare documentazioni fotografiche coincidenti/vicine agli anni di realizzazione o anche ciò che ricorda il Sig. Gori come impressione cromatica prevalente quando vide l’opera nel periodo di acquisizione, ma questo non è risultato possibile.
Si è cercato di fare un confronto con le cromie delle repliche note.
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