La Coperta Guicciardini o di “Usella”, uno dei pochi straordinari lavori in “trapunto” della fine del XIV secolo, appartiene al Museo Nazionale del Bargello di Firenze ed è finalmente esposta nelle sale. Oggetto di un lavoro di tesi essa è stata lo spunto per testare alcuni solventi organici ai fini della pulitura localizzata.
La coperta è stata oggetto della tesi di diploma di Maria Stragapede a conclusione della SAFS. dell’Opificio delle Pietre Dure, anno 2005, dal titolo: “La ” Coperta di Usella” del Museo Nazionale del Bargello. Analisi dell’opera, minimo intervento, stoccaggio e problemi di fruizione informatizzata”.
Restauratore: Maria Stragapede (tesista SAFS)
La Coperta Guicciardini o di “Usella” (2,05 x 2,46 m) proviene dal deposito del Museo Nazionale del Bargello di Firenze ed è uno dei pochi straordinari lavori in “trapunto” della fine del XIV secolo.
Il soggetto della coperta prevede la narrazione di una parte del poema epico-cavalleresco della letteratura cortese su “Tristano e Isotta” accompagnato da scritte in dialetto siciliano. Essa apparteneva al conte Ferdinando Guicciardini e sua moglie, la contessa Maddalena, la ritrovò nella loro villa di Usella, in territorio di Prato, sulla via di Montepiano, nel 1890.
Successivamente è stata esposta per lungo tempo in una teca di legno come cimelio di famiglia per essere poi venduta nel 1927 al Museo Nazionale del Bargello. Un’altra coperta (3.02 x 2.77 m), o quilt, di casa Guicciardini, gemella di questa, fu venduta da una antiquaria fiorentina al “Kensington Museum” di Londra, l’attuale Victoria and Albert Museum.
L’opera è formata da un tessuto composto da sei coppie di teli di lino longitudinali sovrapposte e unite tra di loro in modo tale da formare 3 corpi lavorati singolarmente.
Tutta l’opera, cioè la parte ricamata a punto indietro, è stata eseguita con filato di lino marrone scuro, nocciola e beige, mentre il fondo è stato realizzato a punto filza con filato di lino bianco. Le imbottiture sono state effettuate con bambagia cotone e filato di cotone poco ritorto a più capi.
La tecnica del saper lavorare a trapunto si è diffusa nel XIII secolo in Italia e, successivamente, durante il Rinascimento a Firenze, grazie all’opera divulgatrice di Caterina de’ Medici.
Quest’opera infatti ricalca quelli che sono gli aspetti principali e fondamentali del “trapunto”, ma se ne discosta per alcuni versi apportando finezze esecutive proprie del boutis francese.
In collaborazione con il Laboratorio Tessili dell’Istituto è stata eseguita una coperta ex-novo, eseguita da Silvana Vannini, esperta ricamatrice del Club del Punto in Croce diretto da P. Pietrabissa. Questo elaborato è stato presentato alla “Mostra Internazionale dell’ Arte Tessile ispirata alla Coltre Guicciardini” che ha avuto luogo, nell’ottobre 2006, nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti a Firenze e sarà donato al Museo del Bargello, il quale lo darà in esposizione permanente al Museo di Palazzo Davanzati, ex Museo della Casa Fiorentina.
L’intervento ha previsto una indagine preliminare sperimentale sullo studio delle interazioni fra i materiali costitutivi dell’opera e le diverse tipologie di stivaggio proposte. È stata prevista anche la preparazione di una testata per fini espositivi e di manutenzione.
Questo, dopo un’attenta analisi progettuale, ha previsto una macroaspirazione del davanti e del retro assistita dalle informazioni ricavate delle indagini UV che hanno suggerito di suddividere tale intervento in zone. Sono stati effettuati test di solubilità dello sporco con solventi organici e test per il riconoscimento del ferro gallico. Successivamente è stata eseguita una pulitura locale per via umida e con solventi organici su alcune macchie localizzate.
Il consolidamento locale e puntuale delle lacune ha incluso la rimessa in forma delle trame e degli orditi deformati dei teli di fondo in prossimità della mancanza stessa. Successivamente è stata necessaria la protezione e la messa in sicurezza locale con velo di crepeline di seta appositamente tinto in tono e fermato ad ago lungo il perimetro con un punto filza e un filato in tono a due capi in seta.
Premiazione per la V Edizione “Invito a palazzo” dall’Associazione Banche Italiane come migliore tesi per l’anno 2005 del settore della conservazione dei beni culturali. La premiazione è avvenuta il 23 Febbraio 2007 presso il Salone Magliabechiano degli Uffizi, Firenze.
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