La cornice, intagliata in legno di pero, appartiene al “Ritratto di Cosimo III” su cristallo di rocca esposto nel Museo dell’Opificio delle Pietre Dure.
La piccola cornice è stata ricavata da un unico blocco in legno di pero, tramite una tecnica di intaglio traforato. È decorata con motivi fitomorfi e floreali particolarmente elaborati e raffinati, anche per la minutezza dell’intaglio.
La battuta è di forma ovale.
Un’infestazione xilofaga ha procurato evidenti danni legati alla fragilità del legno eroso. Oltre ai numerosi fori di tarlo, si evidenziava la rottura del profilo modanato della battuta e la mancanza di alcuni piccoli dettagli dell’intaglio e di un intero elemento floreale. L’intera superfice era offuscata dal deposito di pulviscolo atmosferico, imparentato con lo strato protettivo di origine cerosa.
In un pregresso intervento di manutenzione, non documentato, è stato applicato un protettivo inappropriato che ha conferito alla superficie lignea un aspetto plastificato, appiattendo la volumetria degli intagli. Le attaccaglie non sono originali e sul retro sono presenti degli spessori in legno risalenti, probabilmente, allo stesso intervento.
La cornice è stata disinfestata in atmosfera controllata, tramite sottrazione dell’ossigeno a favore dell’azoto, fino ad una percentuale dello 0,1% di ossigeno. Il trattamento è stato protratto per un periodo di quattro settimane per consentire la morte per anossia di eventuali agenti biotici all’interno del legno, in qualsiasi forma di sviluppo e completato con l’applicazione di permetrina, sciolta in essenza di petrolio, come prevenzione per infestazioni future.
Il rosume accumulato nei fori di sfarfallamento è stato aspirato con microaspiratore prima del consolidamento del legno con imbibizione di resina alifatica Rexil (Regalrez 1126) al 12,5% in White spirit.
I fori di sfarfallamento sono stati chiusi sia a scopo conservativo che estetico. Quelli più grandi e profondi sono stati riempiti con uno stucco bicomponente a base epossidica, pigmentato nella tonalità del legno e reso fluido per consentirne la penetrazione in profondità (Balsite® 60gr; Etanolo 2,5 ml; pigmento terra d’ombra naturale). I fori più piccoli sono stati invece chiusi con cera pigmentata.
Le mancanze di modellato riconducibili sono state reintegrate, utilizzando sempre stucco epossidico Balsite pigmentato, mentre si è deciso di non riproporre l’elemento floreale mancante, in quanto privi di un modello di riferimento. Gli spessori posti sul retro non sono stati conservati.
Lo strato di cera applicato come protettivo nel precedente intervento conservativo è stato assottigliato in quanto eccessivo e falsificante nei dettagli dell’intaglio (come nelle scanalature delle foglie, parzialmente occluse). Per la pulitura si è impiegato un Solvent gel a base di White Spirit (100 ml W.S; 14 ml Ethomeen C12; 2 gr Carbopol; 2 ml acqua distillata) con successivo lavaggio con un idrocarburo e rimozione meccanica del materiale ancora in eccesso.
Il restauro si è concluso con una spazzolatura dell’intera superfice con piccole spazzole in pelo di capra montate su di un micromotore, per lucidare la percentuale minima di cera rimasta sulla superficie lignea.
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