L’intervento è il frutto di un approccio conservativo, teso a restituire l’unità strutturale al manufatto anche grazie all’utilizzo di moderne tecnologie
Restauratore (allieve SAFS-OPD):
Jasmine Sartor, sotto l’assistenza di Marta Cimò
Enti coinvolti:
Officina Ciemmeci srl
Questo prezioso tappeto è composto da cinque frammenti ed è attribuito alla manifattura anatolica di Ushak; presenta il tipico motivo a medaglioni la cui rarissima forma schiacciata o ogivale lo fa rientrare in una sottocategoria di cui si conservano soltanto altri tre esemplari (di cui esclusivamente uno completo). L’opera è realizzata completamente in lana con annodatura Ghiordes ed è stata selezionata come oggetto di tesi dell’allieva della SAFS Jasmine Sartor.
Il manufatto si presentava in cattivo stato di conservazione e più volte manomesso: è stata tagliato, ridimensionato e sono state applicate toppe in corrispondenza delle lacune. La perdita di planarità, e le condizioni di conservazione hanno compromesso la struttura tessile rendendola debole e piena di abrasioni e mancanze. Sull’opera, oltre ad uno sporco generico superficiale e intestiziale, erano presenti numerosi depositi coerenti e macchie, quasi certamente dovuti all’utilizzo del tappeto all’interno dello studio dell’artista e collezionista Lodovico Pogliaghi.
Un accurato studio, condotto durante la tesi, tramite indagini non invasive e micro-invasive, ha permesso di risalire alla storia artistica e conservativa del manufatto: le indagini scientifiche hanno condotto al riconoscimento dei materiali costitutivi, dei coloranti dei filati e della natura degli elementi di degrado, quali depositi e macchie e hanno concorso al riconoscimento dei cinque frammenti come provenienti tutti dallo stesso manufatto, nel tempo scomposto e riassemblato.
L’intervento, progettato in sede di tesi e ultimato dal Laboratorio Arazzi e Tappeti, coniuga l’approccio conservativo, teso a restituire l’unità strutturale e le proprietà fisico-meccaniche al manufatto mantenendo inalterata la sua storia conservativa, con soluzioni tecniche innovative relative alla sua futura conservazione e esposizione in orizzontale.
I cinque frammenti di tappeto sono stati consolidati e i nodi integrati tramite “tecnica ad arazzo” laddove possibile e necessario; parallelamente sono state consolidate tutte le toppe. I frammenti sono stati riassemblati tramite fermatura su supporti intonati e le toppe sono riapplicate sul retro della struttura tessile, perfezionandone l’orientamento dove necessario e possibile. Per colmare il dislivello indotto dalle toppe, è stato messo a punto un supporto “al negativo” del retro del tappeto realizzato tramite scansione 3D e taglio laser. Tale supporto consente di recuperare la planarità, condizione essenziale per l’esposizione di questo prezioso e raro manufatto, consolidato nell’ottica di preservarne la storia conservativa che lo caratterizza.
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