La complessità della tecnica esecutiva, l’alta riduzione e la presenza di un doppio livello di orditi di questo splendido manufatto ben si prestano a una esercitazione di livello avanzato per gli allievi
Restauratori: Adele Olivieri, Simona Lombardi, Rita Banci, Roberta Pandolfi, Marta Cimò, Alice Papi, Federica Favaloro, Mariangela Corallo, Viola Ceppetelli (allieve SAFS-OPD)
Il grande tappeto persiano è costituito da una decorazione a tutto campo ed è realizzato in lana e cotone: la lana è sfruttata per il vello, mentre gli orditi e le trame sono di cotone. L’opera è realizzata tramite nodo asimmetrico o Sennèh. La sua alta riduzione e la presenza di un doppio livello di ordito conferisce al tappeto una generale compattezza della struttura tessile, nonostante il suo stato frammentario.
Il tappeto è formato da quattro frammenti, due dei quali molto grandi, che dividono quasi a metà l’opera. Il manufatto si presenta frammentario sui margini: mancano frage e burlotti, la bordura orizzontale risulta parzialmente mancante e gli angoli sono molto compromessi. L’opera presenta tagli, pieghe, lacune e aree di mancanza e di abrasione dei nodi. Sono presenti toppe, ricuciture e rammendi da attribuirsi a interventi di restauro precedenti.
Il restauro iniziato nel 2003 nell’ambito della SAFS viene condotto in modo non continuativo poichè eseguito in relazione al programma specifico dei vari corsi. Attualmente l’intervento si trova alla fase di consolidamento, dopo aver operato un intervento di pulitura per aspirazione, un pre-consolidamento su rete termosaldata e una pulitura per immersione in soluzione acquosa.
Per il consolidamento, la metodologia di intervento ad integrazione adottata offre un completamento delle lacune e, contemporaneamente, stabilizza la struttura tessile: data la complessità della tecnica esecutiva, l’alta riduzione e la presenza di un doppio livello di orditi, questo splendido manufatto ben si presta ad una esercitazione di livello avanzato per gli allievi della SAFS, cui viene proposto. Dopo aver ricostituito la struttura di base, composta dall’intreccio degli orditi e delle trame, si procede al completamento disegnativo ricollocando solo una parte del nodo tramite l’apposizione del cosiddetto “collo”, cioè solo la parte piatta che avvolge gli orditi. Ricollocando il colletto del nodo, secondo la tecnica cosiddetta “ad arazzo”, si opera la restituzione del disegno differenziando l’intervento moderno dall’originale. L’integrazione dei nodi è resa possibile dalla ripetitività dei moduli disegnativi che caratterizzano il manufatto. Allo stesso tempo la ricostruzione della struttura di fondo conferisce stabilità e consistenza utile al recupero dell’unità del tappeto.
Vista la frammentarietà dell’opera sarà necessario proporre un sistema espositivo che coniughi la stabilità del tappeto con la sua conservazione.
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