Simone Talenti, San Giovanni Evangelista, 1377 ca., Museo degli Innocenti, Firenze

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Il San Giovanni Evangelista è stato realizzato per una delle nicchie di Orsanmichele ed è generalmente collegato a un acquisto del 1377 da parte dell’Arte della Lana di “un blocco di marmo di Pisa” per realizzarvi il santo patrono. Fu destinata al tabernacolo tra via de’ Lamberti e via Calzaiuoli, da dove venne rimossa a principio del Cinquecento e sostituita con la statua in bronzo di Baccio da Montelupo.
Il San Giovanni venne spostato allo Spedale degli Innocenti, che faceva parte della corporazione dell’Arte della Lana, ed esposto in uno degli orti. Sul finire dell’Ottocento, a causa dei visibili danni alla scultura che avevano portato alla caduta di una mano e alla mutilazione dell’altra, si decise di ricoverarla nel museo del Bargello da dove fu ritirata solo nel 1915 per esporla di nuovo al Museo degli Innocenti. A seguito dell’alluvione di Firenze, del 1966, la scultura fu trasferita nei depositi dov’è rimasta imballata, avvolta in un telo di iuta che ha lasciato dei segni evidenti sul marmo, chiusa in una cassa di legno, fino al 2003.
Lo studioso Gert Kreytenberg ha attribuito l’opera allo scultore Simone Talenti, attivo intorno agli anni Cinquanta del Trecento nei cantieri di Santa Maria del Fiore, della Loggia dei Lanzi e di Orsanmichele. La scultura è stata realizzata mostrando grande attenzione alla resa dei volumi e all’espressività del volto, molto vicino agli esiti pittorici contemporanei. A questo bisogna aggiungere che l’intera scultura era in origine dipinta in superficie e ne sono rimaste solo poche e esili tracce.

Tecnica esecutiva

L’opera è costituita da un unico blocco di marmo statuario lavorato a ferro e mazzuolo. La parte retrostante, nonostante non fosse visibile perché la statua era da collocarsi in una nicchia, è stata lavorata inizialmente con subbia e gradina fino ad arrivare a un trattamento del materiale buono e non superficiale. La parte frontale è finemente rifinita e trattata per ottenere una lucidità di superficie. Anche i due basamenti presentano una simile lavorazione e recano la scritta a caratteri gotici “SANTUS JOHES EVANGELISTA”. Il basamento senza iscrizione si presume realizzato in epoca successiva.

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