Scultore ignoto, Flugelaltar, fine XV – inizio XVI sec., Chiesa San Simon di Vallada Agordina (Belluno)

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

L’altare a portale della chiesa di San Simon, uno dei pochi conservati fino ad oggi, è costituito dal corpus o scrigno con due battenti incernierati, sormontato dall’Auszung, ovvero il coronamento, e appoggiato sul Sarg o predella, anch’essa munita di sportelli. All’interno del corpus, che rientra tra quelli denominati Flugelretabel, si trovano la statua della Madonna col Bambino al centro e quelle di San Simone e San Giovanni Battista ai lati, ciascuna posta all’interno di un’edicola, con basamento e ricco baldacchino in stile gotico fiorito. Nel lato interno di ogni sportello e nelle portelle fisse vi sono eleganti bassorilievi e raffigurazioni di Santi, mentre la parte esterna è decorata con immagini dipinte in piano. Il coronamento è strutturato in tre arcate ad intreccio vegetale a tutto sesto, dove trova collocazione il Crocifisso affiancato alla Vergine e da San Giovanni evangelista. La predella contiene il gruppo scolpito ad altorilievo raffigurante l’Adorazione dei Magi, mentre sul verso è dipinta, come vuole la tradizione, la Veronica, cioè il sudario di Cristo sorretto da due angeli.
La ricca macchina d’altare fu probabilmente commissionata dalla comunità tedesca, attiva nel bellunese fino a metà del XVI secolo, per l’estrazione e la lavorazione dei metalli ed è stata attribuita alla bottega dello scultore Andrè Haller da Bressanone da Luciana Tazzer e a quella di Ruprecht Portschad da Giuseppina Perusini.

Tecnica esecutiva

Caratteristiche costruttive
La struttura architettonica del Flugelaltar è interamente realizzata in legno di abete mentre le parti intagliate sono in pino cembro, più conosciuto come cirmolo e molto usato nelle botteghe tirolesi per la sua facile reperibilità, lavorabilità e per la refrattarietà alle infestazioni xilofaghe. Le sculture contenute nello scrigno (Vergine col Bambino, San Simone e San Giovanni Battista) sono state intagliate a mezzo tondo sul Rahmenbank, un banco con morsa ad incastro utilizzato nelle botteghe tirolesi, dove il pezzo da lavorare viene bloccato orizzontalmente. Successivamente sono state scavate dal retro per evitare spacchi radiali da ritiro del legno. l’intaglio è minuzioso nella resa dei dettagli. I bassorilievi degli sportelli sono ricavati da un unico taglio tangenziale di un’unica asse di cirmolo e sono caratterizzati da una notevole sottigliezza, precisione e accuratezza. Alcuni particolari del modellato sono stati realizzati a parte e assemblati alle sculture con incastri a cuneo. Nella scultura nordica di questo periodo, sono frequenti elementi decorativi aggiunti tramite piccoli perni inseriti in fori nel supporto detti Holzperlen, che nel nostro altare troviamo sulle vesti delle sante, sulle corone e nella mitria di San Biagio. Le ante battenti del corpus e della predella sono collegate con cerniere in metallo.

La preparazione e il colore
Dalle indagini scientifiche la preparazione originale è risultata a base di calcio carbonato e colla animale stesa in spessori diversi.
La policromia è realizzata a strati pittorici differenti, con leganti proteici ed oleosi, come negli incarnati, creando un’alternanza di superfici lucide e opache per sottolineare il chiaroscuro pittorico. Ogni singolo particolare è curato al massimo, come la definizione degli occhi, con riflessi luminosi e puntini rossi nell’angolo interno (sacco lacrimale), le sopracciglia realizzate a punta di pennello e il colore degli incarnati: chiari e rosei per le figure femminili e scuri per quelle maschili, con arrossamenti sugli zigomi e sulla punta del naso.
La doratura originale è a guazzo, stesa su varie mani di bolo rosso e giallo, mentre i particolari delle vesti, come i risvolti delle maniche e dei cappelli, sono ottenuti con la Lustertechnik, ovvero con stesure di lacche colorate su foglia d’argento e stagno per ottenere un effetto traslucido. Le vesti erano probabilmente eseguite col Pressbrokat, tecnica di decorazione pittorica ad imitazione del tessuto broccato o damasco.

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