Manchira, parte di armatura samurai a protezione del busto, 1638 ca., Museo Stibbert, Firenze

Il restauro della corazza, guidato dalle ricerche storico-artistiche e dalle risposte fornite dalla campagna diagnostica eseguita sul manufatte, è consistito in articolate operazioni di pulitura e di consolidamento, e ha previsto la progettazione del supporto ai fini di una corretta esposizione.

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Parte di un’armatura samurai attribuita all’inizio del periodo Edo (XVII-XIX sec) realizzata in sete policrome, lino, lana, pelle tinta, osso (parti esterne del costume); canapa, maglia metallica e rombi in cuoio bollito (imbottitura interna del costume).
Il costume poteva essere indossato in caso di battaglia sopora il , parte superiore della complessa armatura samurai, non si esclude il suo uso anche in tempo di pace. Appare come un gilet chiuso sui fianchi da due abbottonature per lato (osso e seta) con spalline e collo rigidi, decorati ad esagoni. La parte anteriore del costume è chiusa da due fiocchi e decorata interamente con un tessuto di colore blu scuro. Il tessuto che riveste sul fronte e sul retro l’opera è un damasco raffigurante quattro tipologie di draghi il cui corpo disegna un cerchio, su un pattern di fondo composto da due linee rette ed una ondulata con andamento diagonale.
La parte posteriore ha un’apertura al centro in basso (detta bussaki) per permettere di issare i vessilli di battaglia posti sulla schiena. La fodera interna della manchira è in lino di colore azzurro chiaro. Le indagini non invasive (RX) hanno mostrato la presenza di una fitta e bellissima intelaiatura a maglie metalliche ed esagoni in cuoio bollito con il fine di rinforzare il costume da attacchi con lame e allo stesso tempo rendere il samurai libero nei movimenti.

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