
Il grandioso mausoleo, destinato all’urna argentea del missionario gesuita San Francesco Saverio, fu realizzato dalla manifattura granducale per volere di Cosimo III, su progetto di Giovan Battista Foggini. L’opera costituiva un omaggio del Granduca, in segno di gratitudine nei confronti dei Gesuiti di Goa, dai quali aveva ricevuto in dono un cuscino appartenuto al Santo. Realizzato tra il 1689 e il 1695 in 42 pezzi, in modo da poter essere completamente smontato e rimontato e quindi più agevolmente trasportato, rimase esposto per due anni nella Cappella dei Principi, per arrivare infine a Goa nel 1698.
Sopra una zona basamentale decorata con teste di cherubini, cartigli, volute e festoni, si sviluppa un secondo registro a forma di parallelepipedo sulle cui facce sono incassati quattro rilievi bronzei affiancati da due coppie di pannelli lapidei di soggetto floreale, realizzati con la tecnica del ‘rilievo musivo’. Il coronamento è costituito da una trabeazione su cui siedono quattro coppie di cherubini che sorreggono cartigli bronzei entro cui sono racchiusi medaglioni convessi di alabastro orientale e, al di sopra, si trova una balaustra di sostegno all’urna del Santo.
Dopo un sopralluogo a Goa effettuato dall’Opificio nel 1996, si è svolto nel 1998 l’intervento di restauro, richiesto dal vescovado di Goa, sensibile alla grande venerazione di cui è tuttora oggetto la cappella, e promosso dall’Ambasciata italiana di New Delhi.
Nella prima fase, eseguita in situ, sono state condotte le operazioni di documentazione fotografica e grafica, una prima pulitura con aspiratori e successivi passaggi con acqua distillata, la rimozione di vecchie integrazioni e stuccature e la calcatura dell’andamento volumetrico delle parti da reintegrare. È stata inoltre eseguita una provvisoria ricostruzione plastica delle parti mancanti dai pannelli floreali e la loro successiva calcatura.
La seconda fase, svoltasi presso i laboratori dell’Opificio, ha previsto la realizzazione, in materiali lapidei analoghi agli originali e sulla base dei modelli in gesso, di tutti gli elementi per le reintegrazioni. La parte più ingente di questo lavoro ha riguardato il rifacimento plastico dei 189 pezzi mancanti dei pannelli floreali: il materiale lapideo scelto per ciascuna delle sezioni a rilievo è stato sbozzato con la mola, rifinito con frese, punte e dischi smerigliati, infine lucidato con successivi passaggi di polveri abrasive.
La fase conclusiva dell’intervento ha avuto luogo a Goa ed ha previsto la ricollocazione degli elementi lapidei d’integrazione, la realizzazione di stuccature di giunzione e di risarcimento di varie scheggiature e lacune, lo smontaggio, integrazione e rimontaggio di quattro ovati di alabastro marino che sormontano le quattro facce del mausoleo, infine la generale pulitura delle parti sia lapidee che bronzee.
A. Giusti, Ritorno in India: di nuovo l’ Opificio e il mausoleo di San Francesco Saverio a Goa, in “OPD Restauro”, n.11, 1999, pp. 278-289.
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