
Dopo il lavaggio, le consistenti alterazioni sono state eliminate mediante una impegnativa pulitura meccanica, adottando attrezzature di diversa tipologia. L’articolata tecnica esecutiva è stata indagata mediante un attento studio tecnologico.
La statua del San Matteo eseguita nel 1419-1422 è uno dei grandi bronzi che sono stati concepiti per le nicchie della chiesa di Orsanmichele di Firenze. Insieme al San Giovanni e al santo Stefano decorano la facciata quali santi protettori delle rispettive Arti. L’Arte del Cambio quindi commissiona a Ghiberti una statua (2,70 m di altezza) per affermare la propria potenza economica, infatti è ancora più grande delle due che lo scultore ha precedentemente eseguito per le altre corporazioni (arti).
Questo fatto indica quanta fama e successo avesse lo scultore imprenditore fiorentino che negli stessi anni si vede protagonista anche della realizzazione della Porta Nord del Battistero Fiorentino.
Concepita per essere fatta in un’unica fusione procurò non pochi problemi all’artista che si vide costretto a replicarne l’esecuzione della parte superiore perché non riuscita. Tale notizia oltre ad essere “leggibile” sulle superfici della statua viene riportata nel libro del “Pilastro” dalla lettura del quale si evince che la fusione non era venuta bene e si specifica che il Ghiberti la rifece a sue spese Una delle cause di questo increscioso accadimento potrebbe essere imputato anche alle difficoltà di padroneggiare ancora la capacità tecnica di fonderia di questi primi anni del secolo per opere di carattere monumentale.
L’intervento di restauro ha curato la pulitura delle superfici mettendo in evidenza le varie qualificazioni dell’opera l’argento della sclera dei bulbi oculari. Sempre realizzate con la tecnica dell’agemina d’argento sono le lettere del vangelo, che il Santo reca nella mano sinistra, la dicitura lettere della base. Infine sono state rilevate esigue tracce di doratura a foglia, che ornava i bordi della veste. Infine sulla scultura è stato condotto uno studio tecnologico.
Sezione successiva