Il progetto di completamento del restauro di quest’opera ha fornito l’occasione per un nuovo dibattito sul piano metodologico teso a risolvere insolite problematiche tecniche e conservative
Segretariato Regionale per Emilia Romagna
Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara
Presidenza del Consiglio dei Ministri (fondi 8×1000)
L’arazzo L’invenzione delle arti liberali e meccaniche fa parte della serie con Storie della Genesi, composta da otto panni conservata al Museo del Tesoro del Duomo di Modena. È una serie di fabbricazione fiamminga, di notevole finezza per tessitura e vivacità cromatica sia della figurazione che delle ricche bordure a fitto fregio floreale. L’arazzo rappresenta le conquiste artistiche e tecnologiche apportate all’umanità da parte di Caino e dei suoi discendenti (Genesi 4,17-22); è una scena non frequentemente rappresentata e, in questo caso, arricchita da riferimenti tratti dal mito e dalla storia classica.
L’opera è arrivata in laboratorio per la conclusione dell’intervento di restauro compiuto in massima parte da un laboratorio privato negli anni precedenti. L’arazzo era già stato separato dalla fodera e dalle bande di armatura, aspirato, pulito per immersione e consolidato attraverso l’inserimento di tutti gli orditi mancanti e di nuove trame. Per questo, l’opera presentava porzioni pre-consolidate con fermature provvisorie, porzioni già completamente consolidate, porzioni in corso di consolidamento integrativo: le cimose orizzontali erano mancanti e quelle verticali si presentavano degradate e frammentarie.
Le indagini, condotte tramite analisi microscopiche, sono state finalizzate alla caratterizzazione dei materiali originali e di restauro e di eventuali materiali di deposito per poter conoscere il manufatto e fare valutazioni sulla sua storia conservativa, anche grazie al confronto con la documentazione pregressa pervenuta.
L’intervento di consolidamento dell’Opificio si è concentrato sulla conclusione dell’integrazione delle trame nella porzione sinistra dell’opera e nelle cimose verticali; lo sforzo progettuale e tecnico è stato volto ad armonizzare i due interventi, limitando al massimo l’impatto sulla struttura tessile originale. Sfruttando l’integrazione a trama allargata e le soluzioni cromatiche offerte dalla tecnica dei mélange è stato possibile ripristinare la stabilità dell’intreccio tessile e, contemporaneamente, offrire il completamento cromatico a zone lacunose e impattanti, come nel caso della bordura.
Ultimato il consolidamento, l’arazzo è stato interamente supportato; le nuove cimose di restauro, tessute a telaio, sono state applicate sotto le originali o a sostituzione di queste, laddove completamente mancanti. L’opera, foderata e opportunamente fornita di fascia velcrata per la sospensione, è in attesa di essere esposta nel Museo del Duomo rinnovato grazie ad una recente ristrutturazione.
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