Descrizione intervento
L’intervento di restauro è stato preceduto e accompagnato, durante tutte le sue fasi, da indagini diagnostiche, volte a identificare i materiali costitutivi, i prodotti di degrado e di alterazione e a seguire lo sviluppo della pulitura. Un’indagine radiografica ha consentito di studiare la tecnica di assemblaggio e la sovrapposizione delle lamine auree, con risultati particolarmente utili, in considerazione del fatto che si è deciso di non procedere allo smontaggio dell’opera, sia a causa della sua antichità sia perché le condizioni conservative non richiedevano l’applicazione di una tecnica ben nota e praticata nel laboratorio di Oreficeria dell’Opificio, ma pur sempre rischiosa e usualmente condotta solo se considerata necessaria per il corretto svolgimento delle successive fasi di restauro.
La pulitura ha previsto l’utilizzo di solventi volatili per la rimozione dei vecchi protettivi alterati e la cauta e localizzata rimozione con mezzi meccanici e micro-abrasivi dei prodotti di alterazione del niello, debordati sui listelli incisi con la dedica di Teodolinda. Tramite micro-infiltrazioni di resina mastice diluita in essenza di trementina è stato possibile rivitalizzare gli antichi adesivi che bloccano i granati negli alveoli, provvedendo così al loro consolidamento.
Una innovativa ricerca sperimentale, condotta grazie alla collaborazione con il Laboratorio Scientifico dell’Opificio, ha permesso di procedere all’integrazione dei granati andati perduti, nel pieno rispetto dei basilari criteri di compatibilità dei materiali impiegati, riconoscibilità e ritrattabilità dell’intervento. Come si è detto, una grande porzione della fascia a rilievo alveolata lungo il perimetro del piatto inferiore e molti granati in vari punti dei piatti erano andati perduti, integrati in passato con una sorta di stuccatura colorata. Questo intervento, ormai totalmente alterato nella cromia e nei materiali impiegati, è stato rimosso, procedendo a una nuova integrazione con resina uretano-alifatica, commercialmente nota come “colori per vetro” (Liquid Crystal Pebeo). Questo materiale, disponibile in numerose gamme di colore, è stato testato dal Laboratorio Scientifico dell’Opificio in termini di composizione, compatibilità con i materiali costitutivi dell’Evangeliario, stabilità , durata nel tempo e reversibilità . Dopo aver rimosso la vecchia stuccatura, è stato predisposto il fondo degli alveoli da integrare, provvedendo alla loro doratura con oro a conchiglia, che restituisce l’aspetto vibrante delle originali lamine punzonate. Su questo sono state applicate infinite stesure di vari colori per vetro, accuratamente selezionati per la risultanza della loro sovrapposizione, ogni volta attendendo che il precedente strato fosse completamente asciutto. In tal modo, è stato possibile raggiungere, strato dopo strato, lo spessore desiderato e la corretta vibrazione cromatica, accordandosi di volta in volta con i granati circostanti. Per l’integrazione della grande porzione all’angolo superiore destro del piatto inferiore, è stato riutilizzato il precedente elemento di integrazione in oro, dopo averlo liberato dalla vecchia stuccatura.