
L’arazzo è stato sottoposto a una micro-aspirazione, che ha permesso il recupero di molta parte della luminosità, e a piccoli restauri a consolidamento delle poche zone deteriorate, utilizzando il metodo integrativo.
Restauratori: Viola Ceppetelli, Marta Cimò, Mariangela Corallo, Federica Favaloro, Alice Papi (allieve SAFS-OPD), con il coordinamento tecnico di Gianna Bacci e l’assistenza di Laura Bertuzzi
Preziosissimo esempio di arazzo fiammingo dal disegno denso di personaggi magistralmente tessuti, e fortemente caratterizzati. L’opera è ricca di minuti particolari dal gusto pittorico, possibili grazie ad un’altissima densità dell’intreccio tessile.
L’arazzo si presentava in buono stato di conservazione, fatta eccezione per il filato marrone scuro, quasi nero, che era fortemente deteriorato e per la parte perimetrale costituita dalle cimose andata soggetta ad un maggior deterioramento da imputare ad una cattiva manipolazione pregressa. L’arazzo presentava vecchi restauri diffusi su tutta la superficie e alcune ridipinture molto antiche, localizzate soprattutto nei volti, che ne accentuano gli effetti chiaroscurali.
L’arazzo appare moderatamente sporco; per quest’ultimo motivo e ancor più per l’alta densità della tessitura e per la presenza delle ridipinture, l’arazzo non è stato sottoposto al lavaggio per immersione, ma, eccezionalmente rispetto ai criteri adottati nel laboratorio, soltanto ad una micro-aspirazione che ha permesso il recupero di molta parte della luminosità. Sono stati eseguiti piccoli restauri a consolidamento delle poche zone deteriorate utilizzando il metodo integrativo.
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