
Individuati i principali problemi di degrado, il restauro ha intrapreso le necessarie operazioni di pronto intervento e messa in sicurezza, finalizzate alla fermatura e al consolidamento degli elementi distaccati e a rischio di caduta.
Attività di restauro
1° cantiere didattico: Alberto Felici, Luca Rocchi, Francesca Toso (restauratori OPD), Martina Calmanti, Alexa Ciardi, Alessandro Fonti, Alice Maccoppi, Francesca Siena ed Eleonora Vittorini Orgeas (studenti SAFS, PFP1)
Tesi SAFS: Francesca Toso (relatore coordinatore tesi Opd), Alice Maccoppi (laureanda SAFS)
2° cantiere didattico: Mariarosa Lanfranchi, Luca Rocchi, Francesca Toso (restauratori OPD), Chiara Fornari (collaborazione didattica esterna), Philip Krone Morelli, Arianne Palla, Gabriela Simoni, M. Giulia Spada, Agnese Trinchetti (studenti SAFS, PFP1), Alexa Ciardi (collaborazione esterna)
La grotta è un mirabile esempio di ambiente ipogeo decorato con incrostazioni calcaree e specchiature musive di tipo rustico, assai in voga nell’architettura da giardino presso i palazzi cinque-seicenteschi di tutta Europa. Si presenta come un unico ambiente con nicchie laterali ed accesso dal giardino degli Orti Oricellari, in origine collegato direttamente al palazzo di proprietà di Giovan Carlo de’ Medici. Sia la volta a botte ribassata sia tutte le pareti sono rivestite con conchiglie, tessere marmoree, spugne e decorazioni in aggetto (festoni, mascheroni, cornici in stucco) secondo una composizione particolarmente fastosa.
L’analisi del contesto è iniziata nella primavera 2015 in occasione di un primo cantiere didattico, con il quale sono stati avviati il monitoraggio microclimatico e la campagna di indagini diagnostiche svolta dal Laboratorio Scientifico dell’Opificio delle Pietre Dure in collaborazione con l’ICVBC di Firenze. In questa fase sono stati affrontati i primi studi sulla tecnica esecutiva e sullo stato conservativo dell’opera, individuando fra i principali problemi di degrado i fenomeni di decoesione delle malte, di efflorescenze saline ed ossidazione dei perni metallici usati per l’ancoraggio degli ornamenti aggettanti.
Sono state quindi intraprese le necessarie operazioni di pronto intervento e messa in sicurezza, finalizzate alla fermatura e al consolidamento degli elementi distaccati e a rischio di caduta.
Nell’anno accademico 2015/2016 le decorazioni della Grotta sono state oggetto di ulteriori ricerche sviluppate nell’ambito di una tesi di laurea, dedicata in particolar modo alla sperimentazione sui metodi di consolidamento ed integrazione (A. Maccoppi, Progetto di restauro della Grotta artificiale attribuita a Ferdinando Tacca, nel Palazzo Venturi Ginori di Firenze. Studio per il consolidamento della malta di allettamento e proposta di integrazioni, relatori: F. Toso, A. Bisceglia, S. Porcinai, A. Felici, F. Fratini, A.A. 2015-2016). In tale occasione è stata realizzata una seconda e più ampia campagna di indagini diagnostiche, che ha incluso il rilievo 3D delle superfici decorate, ed è stata studiata la formulazione di un nuovo materiale geopolimerico per la riconfigurazione di alcuni elementi lacunosi.
Nel corso di un secondo cantiere didattico, svolto nella primavera 2018 insieme al Settore Pitture Murali, è stata condotta in un’area-campione una nuova campagna d’intervento, finalizzata anch’essa a contrastare l’incipiente stato di decoesione e distacco dei rivestimenti della Grotta, ulteriormente aggravatosi a distanza di pochi anni; tale fase ha riguardato prioritariamente gli interventi di asportazione del materiale incoerente, pulitura, consolidamento dei vari elementi distaccati o decoesi, trattamento dei perni di fissaggio e stuccatura.
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