Grinling Gibbons, Memento mori, 1685, Galleria Estense, Modena

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Il Memento mori e l’analogo Pannello di Cosimo conservato al Museo del Tesoro dei Granduchi, sono le uniche opere appartenenti all’arista conservate in Italia. I due pannelli furono commissionati dalla corte inglese per il duca modenese Alfonso IV d’Este e il granduca fiorentino Cosimo III de’ Medici, entrambi in stretto rapporto con Londra per diversi motivi. L’allegoria modenese è legata al matrimonio contratto nel 1673 tra il duca di York James Stuart, fratello del re d’Inghilterra Charles II Stuart, e Maria Beatrice d’Este, figlia del duca Alfonso IV. Il rilievo in legno celebra il trionfo della morte sul potere e la gloria dei re e dei principi e fu commissionato come dono per il giovane Francesco II d’Este, fratello di Maria Beatrice, in commemorazione della morte di Charles II, uno dei principali esponenti della casata reale degli Stuart. Il nome del sovrano compare, infatti, in una delle medaglie intagliate al centro del pannello “CAROL II DEI GRATIE”. Non vi sono dubbi sull’attribuzione dell’opera, dal momento che, sempre in una delle medaglie centrali, immediatamente sotto al teschio, troviamo la firma dell’artista “GGIBBONS INVENTOR et SCULPSIT LONDINA” accompagnata dal suo autoritratto.

Tecnica esecutiva

Caratteristiche costruttive
La composizione del rilievo ligneo si sviluppa secondo modelli e schemi tipici del Gibbons, basati su una simmetria visibile nonostante l’esuberanza decorativa dell’intaglio.
L’elaborato intaglio è applicato su di un pannello rettangolare composto da sei tavole in larice, disposte con la venatura in senso orizzontale, incollate tra loro e rinforzate con tre traverse della stessa specie lignea inchiodate sul retro della struttura. Il pannello è delimitato da una cornicetta a becco di civetta. Il decoro ad intaglio, un vero e proprio ricamo barocco, è realizzato in legno di tiglio e raffigura girali fitomorfi, frutti, fiori, spighe, conchiglie e un trofeo centrale col tema funebre.
Un’attenta osservazione, supportata dalle indagini radiografiche, ha permesso di ricostruire in linea di massima i diversi passaggi operativi: una piattaforma lignea, di circa 3,5 cm di spessore, composta da varie assi assemblate tra loro, è servita da base per l’intaglio, realizzato sagomando il disegno e procedendo poi con gli strumenti per lavorare il legno. Questo primo livello è stato applicato al pannello di supporto tramite chiodi di lunghezza adeguata e privi della testa, per non danneggiare il legno nei vari fissaggi. I restanti ornamenti sono stati intagliati a parte e, una volta terminati, vincolati alla base con colla e piccoli chiodi. Gli elementi più complessi e di maggiore spessore, come il trofeo centrale, fulcro dell’opera e con un’impostazione quasi a tuttotondo, sono stati anch’essi ricavati dall’incollaggio di tre tavolette di tiglio.

La preparazione e il colore
Il pannello era originariamente di colore azzurro. La preparazione era a base di carbonato di calcio unito a poco gesso in colla animale. La cornice risulta dorata con oro in foglia. Sulla finitura originale del legno non abbiamo notizie né traccia residua.

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