
Caratteristico bastone da pellegrino, realizzato con una canna di bambù di notevole lunghezza, che in origine doveva essere fornita di un puntale, sul fondo, e di un gancio per appendervi il fazzoletto con la borraccia, all’estremità opposta.
La superficie del Bordone è interamente decorata con riquadri raffiguranti scene tratte dal Vecchio e dal Nuovo testamento, disposte a tema in senso verticale sulle due facce. Le scene sono state realizzate tramite incisioni a bulino, eseguite sopra ad una stesura di cera, applicata per ottenere il riempimento con l’inchiostro delle sole zone incise. L’impiego di tale tecnica è riconoscibile grazie alla tonalità verdastra del colore nero impiegato per la raffigurazione delle immagini, tipico dell’inchiostro e ben diverso dal nero fumo ottenuto tramite punzonatura a caldo. I nodi che intervallano i calami sono rivestiti da anelli metallici, probabilmente in argento.
Il Bordone si presentava complessivamente in discrete condizioni conservative, nonostante la fragilità dell’oggetto. Sono andati perduti il gancio ed il puntale, posti alle due estremità, e parte degli anelli metallici in corrispondenza dei nodi. Lungo tutta la superficie della canna sono presenti delle fenditure dovute al normale movimento del legno. Il supporto ha subito un’infestazione di insetti xilofagi, di moderata entità ed attualmente non in atto, che ha compromesso la giusta lettura dell’opera e contribuito all’indebolimento strutturale. La base presentava delle fratture, dovute probabilmente a cause accidentali.
Sul fondo del bastone pastorale, in corrispondenza delle fratture, era riconoscibile un incollaggio effettuato probabilmente con colla animale, vista la natura cristallina dei residui.
Come primo intervento il Bordone è stato disinfestato con iniezioni di permetrina sciolta in essenza di petrolio, all’interno dei fori di sfarfallamento soprattutto a scopo prevenivo.
I fori di sfarfallamento sono stati successivamente chiusi, sia a scopo conservativo che estetico, utilizzando un impasto di cellulosa e resina acrilica. L’impiego della cera è stato scartato data la volontà di integrare pittoricamente le incisioni, estremamente raffinate e di dimensioni piccolissime e quindi gravemente danneggiate dalla presenza di lacune, anche se di piccole dimensioni.
Le parti mancanti sono state ricostruite con stucco epossidico bicomponente (Balsite® CTS), scelto in quanto assolutamente inerte, facilmente rimovibile senza l’uso di solventi tossici, estremamente leggero e con la minima sensibilità alle variazioni termoigrometriche. Le integrazioni sono state realizzate rispettando lo spessore del legno di bambù e riproponendo le fenditure presenti sull’originale.
I fori di sfarfallamento e le parti reintegrate in Balsite® sono state stuccate con stucco acrilico, scelto per la maggior finezza e compattezza rispetto a quello da doratori e quindi per la similitudine con la superficie materica originale, priva di porosità.
Le incisioni dei motivi decorativi ripetitivi sono state riprese sullo stucco tramite l’imitazione di superficie.
L’integrazione pittorica è stata differenziata con la tecnica della selezione cromatica, eseguita con colori ad acquerello, riproponendo solo le decorazioni ripetitive.
La verniciatura finale è stata eseguita solo sulle lacune per proteggere il ritocco pittorico, rispettando la natura dell’oggetto.
A. GERARDI, R. TRABALLESI, A. ZINA, “Bastoni, Materia, Arte e Potere” catalogo dell’omonima mostra, Priuli & Verlucca Editori s.r.l, Scarmagno (TO), 2006.
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