
Il restauro dell’opera è stato oggetto di una tesi di diploma della SAFS, anno 2009, dal titolo: “Il restauro tra estetica e statica. Un approccio interdisciplinare al consolidamento strutturale di un’opera frammentaria: il caso applicativo del Perseo di Giovan Battista Pieratti della Vasca dell’Isola del Giardino di Boboli.” di Stefano Pasolini (relatori: Antonio Borri, Fabio Fratini, Alessandra Griffo, Paola Franca Lorenzi).
Premiata alla IV edizione di “Invito a palazzo” dall’Associazione Banche Italiane come migliore tesi per l’anno 2009 del settore della conservazione dei beni culturali.
Realizzata da Giovan Battista Pieratti nei primi anni Trenta del 1600 nell’ambito del seconda fase di ampliamento del Giardino di Boboli verso Porta Romana, raffigura Perseo che a cavallo di Pegaso si accinge a salvare Andromeda.
Il Perseo nasce come un restauro, come riuso dei frammenti di pezzi antichi e Pieratti realizza il gruppo quantomeno a partire dal comprovato riuso dell’ippocampo. Quest’ultimo proviene da Villa Medici, il complesso architettonico situato sulla collina del Pincio,accanto a Trinità dei Monti, acquistata nel 1576 dal cardinale Ferdinando) e si aggiunge al nuovo assetto iconografico e iconologico della fontana.
L’opera è a tutto tondo e realizzata secondo le tecniche tradizionali della scultura (scalpelli e mazzuolo, trapano). Il materiale costitutivo è marmo apuano in quattro diverse tipologie (diversità dovuta al riuso).
L’insita frammentarietà del manufatto ha inoltre evidenziato, grazie allo smontaggio effettuato in occasione del restauro, le tecniche di assemblaggio che si sono sovrapposte nell’arco del tempo vita dell’opera. Si sono riscontrate quattro diverse tipologie di perni ed altrettante di collanti.
L’opera presenta tutte le tipologie di degrado tipiche dei manufatti esposti all’aperto: attacco biologico, corrosione, formazione di croste nere, incrostazioni calcaree e cariatura delle parti in immersione. La frammentarietà e la perdita delle proprietà meccaniche dei collanti la rende inoltre totalmente instabile dal punto di vista statico-strutturale. L’intervento ha previsto lo smontaggio pressoché totale delle parti e la rimozione dei collanti e dei perni. Le superfici sono state sottoposte a trattamento biocida e pulitura mediante metodi chimici e meccanici. La fase di rimontaggio, tuttora in corso, è stata affrontata applicando tecniche ingegneristiche di analisi numerica (FEM) al fine di individuare, attraverso lo studio della distribuzione delle tensioni, un corretto approccio al consolidamento strutturale.
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