
Reso noto nel 1906 da Malaguzzi Valeri nel catalogo dei disegni di Brera, l’opera è un frammento di un cartonetto sicuramente più ampio di cui resta solamente il gruppo centrale con la Madonna col Bambino incoronata da un Angelo e altre due figure di cui una è identificabile con un santo vescovo. L’attento studio di Nadia Bastogi in occasione della mostra Leonardo e Raffaello, per esempio… del 2008 ha permesso di inserire l’opera al centro dell’intensa attività della bottega di Federico Barocci la cui incredibile produzione grafica – ad oggi si conoscono oltre 2000 disegni dell’artista – era utilizzata dai suoi allievi per studio e per nuove composizioni.
La studiosa suggerisce infatti che il cartonetto possa essere identificato come uno degli studi preparatori per la Madonna di San Simone, dipinta dal Barocci intorno al 1567 ma, rimasto in bottega potrebbe essere alla base dell’invenzione della Madonna col Bambino, san Geronzio, santa Maria Maddalena e donatori che la critica riconosce unanimemente quale lavoro di bottega ed alla quale il disegno era già stato avvicinato dall’Olsen (1962).
Il cartonetto è costituito dall’assemblaggio di quattro fogli di carta cerulea che, come si rileva dalle decurtazioni delle figure laterali, sono stati rifilati lungo i margini. Il disegno è eseguito a carboncino, come di prassi per l’artista, con ritocchi a matita, in particolare nella zona del volto del Bambino ripensata nel corso dell’elaborazione grafica. Sempre a matita è stata realizzata anche la quadrettatura, presente su tutta l’opera ma più fitta in corrispondenza dei volti delle figure centrali.
Il disegno si presentava montato come un vero e proprio quadro – così come tutti gli altri cartoni della Pinacoteca di Brera – foderato da una tela a trama spessa e tensionato su un telaio ligneo con vetro e cornice. L’applicazione su tela risale probabilmente all’intervento del Cavenaghi, mentre la collocazione in cornice sotto vetro è da datare a inizio Novecento.
Rimuovendo la tela ed il vecchio controfondo cartaceo posti anticamente sul verso del cartonetto, il restauro ha portato alla luce lo schizzo a carboncino di una figura panneggiata e voltata di lato. Per il suo stato frammentario, l’identificazione di questa figura all’interno della produzione pittorica del Barocci risulta estremamente difficile; tuttavia possiamo affermare che anche in questo caso si tratti dello studio preliminare di una composizione del quale venne poi elaborato un nuovo disegno, dal momento che al di sopra dell’immagine risulta ben visibile la quadrettatura, messa ulteriormente in luce dalla Riflettografia IR.
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