Donatello, Pulpiti della Passione e della Resurrezione, 1456-1466, Basilica di San Lorenzo, Firenze

Il complesso restauro è stato effettuato in loco, adottando soluzioni non invasive per gli operatori. Recuperate le dorature a foglia residue e le particolari lavorazioni superficiali. I problemi strutturali del pulpito della Passione sono stati risolti realizzando una nuova struttura interna.

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Nella Basilica di San Lorenzo, sotto le ultime arcate della navata centrale, sono collocati i due Pulpiti di Donatello, quello di sinistra è dedicato al tema della Passione di Cristo, quello di destra alla Resurrezione. Sono le ultime opere eseguite dal maestro e ritenute in larga parte autografe; vi sono rappresentati gli episodi evangelici: rispettivamente, nel primo l’Orazione nell’Orto, Cristo davanti a Pilato e a Caifa, la Crocifissione, ilCompianto e la Sepoltura; nell’altro, Le Marie al Sepolcro, La Discesa di Cristo al Limbo, La Resurrezione, L’Ascensione, la Pentecoste e anche Il Martirio di San Lorenzo.
Le scene sono divise e sormontate da elementi architettonici e, nel lato verso le navate laterali, furono posti, ai primi del XVII secolo, pannelli lignei intagliati raffiguranti la Flagellazione, la Derisione di Cristo e gli Evangelisti San Luca e San Giovanni.
Per quanto riguarda le vicende storiche correlate a questo capolavoro donatelliano fin dal Cinquecento emersero le prime contraddizioni relative alla datazione dei rilievi, alla sequenza iconografica, alla dislocazione e destinazione d’uso degli stessi.
Ancora oggi i dati critici non sono certi; poche sono infatti le date sicure di riferimento e le fonti da cui trarre informazioni.
Vasari nomina ampiamente Bertoldo di Giovanni come collaboratore di Donatello, mentre il nome di Bartolomeo Bellano compare nei documenti pubblicati da Hartt e Corti nel 1962, dai quali risulta anche che nel 1456, tra il 14 ottobre e il 10 novembre, Donatello acquista a Firenze965 libbredi rame e bronzo, oltre a26.679 libbredi carbone e varie quantità di cere e ferro: l’occorrente per una grossa fusione, i cui pagamenti vengono effettuati attraverso il Banco dei Cambini anche ad aiuti di Donatello tra cui il citato Bellano.
Le ipotesi inerenti la cronologia sono orientate verso gli anni tra il 1456, data del ritorno del maestro da Padova, e il 1466, anno della sua morte. Fu questo un periodo per lui molto fecondo durante il quale realizzò anche la scultura in bronzo della Giuditta.
Nel Pulpito, la formella del Martirio di San Lorenzo reca la scritta “1465 ADI 16 GIUGNO” incisa sul timpano. Vespasiano da Bisticci ricorda che, già intorno al 1485, i due Pulpiti erano utilizzati come cantorie, il pergamo de’ cantori. Nel 1515, in occasione della visita a Firenze di Leone X, i pulpiti erano sorretti da supporti lignei e nel 1565 furono dotati delle colonne di marmo che attualmente li sostengono, come attestano anche le incisioni del 1610 e del 1619 che illustrano rispettivamente le esequie di Enrico IV, e quelle dell’Imperatore Matthias dove i pulpiti sono raffigurati su colonne. Solo dopo il 1619 furono posti nella posizione in cui oggi li vediamo.
Gli episodi della Passione e della Resurrezione di Cristo costituiscono un progetto compositivo, artistico ed iconografico unitario ideato da Donatello, sicuramente in accordo con Cosimo il Vecchio, benché supponiamo che il montaggio e la composizione finale in due Pulpiti distinti siano successivi alla morte al Maestro.
Giorgio Vasari nel “Primo Ragionamento” de “Le Vite” racconta che Donatello avrebbe eseguito le cere da far gittare di bronzo i pergami di San Lorenzo, ed il modello dell’altar maggiore con la sepoltura di Cosimo a’ piedi.

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