Donatello, Maddalena penitente, 1440 ca., Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

La Maddalena penitente è una delle opere più conosciute di Donatello. La sua fama è legata al radicale realismo della rappresentazione, raro se non unico nel panorama dell’arte rinascimentale. La data della sua creazione è stata molto dibattuta negli studi storico artistici. Ritenuta spesso un’opera tarda di Donatello, negli studi più aggiornati viene proposto il periodo intorno al 1440. Dal 1500 è documentata nel Battistero fiorentino dove è rimasta fino all’alluvione del 1966. Durante un intervento di restauro, realizzato immediatamente dopo l’alluvione, è stata rimossa una ridipintura monocroma che la ricopriva interamente ed è stata presentata con l’antica policromia recuperata alla mostra Firenze Restaura del 1972.  Nel 2014 in previsione dell’apertura del nuovo Museo dell’Opera del Duomo è stato eseguito un intervento di conservazione e un’approfondita revisione del restauro precedente. Le indagini scientifiche eseguite in quel contesto hanno fornito elementi fondamentali per ricostruire il procedimento scultoreo.

Tecnica esecutiva

Tecnica costruttiva e scultorea
La scultura è intagliata da un unico tronco di pioppo senza aggiunte. Nella TAC si osserva una distanza di 30 cm dell’anello più esterno presente nella scultura dal centro del tronco (midollo) da cui si può dedurre un diametro dell’albero di almeno 60 cm. Il midollo del tronco attraversa la scultura in una traiettoria centrale dalla testa fino alla base. Al momento dell’intaglio il tronco presentava alcuni spacchi radiali da ritiro, tipici della stagionatura di un tronco intero.
La forma definitiva della scultura non è ottenuta soltanto tramite l’intaglio ma in molte sue parti è modellata con uno stucco simile alla preparazione di gesso e colla. L’apporto del modellato in stucco è molto forte nei lati ben visibili dei capelli ma contribuisce anche alla forma del viso, e del collo. Le ciocche di capelli sulla testa e quelle annodate a modo di cintura all’altezza dell’addome raggiungono spessori fino a 30 e 40 mm.
Oltre al gesso e alla colla animale lo stucco contiene anche fibre vegetali. La fibra vegetale, verosimilmente stoppa, dovrebbe aumentare la stabilità delle parti modellate che in un solo punto, il nodo di capelli all’altezza dell’addome, sono sostenute da un chiodo. Un semplice strato di preparazione sottile e regolare è presente invece sulle gambe e sulle braccia e ugualmente sui capelli che scendono dal lato della schiena in lunghe ciocche parallele. Nelle scanalature dell’intaglio dei capelli della schiena sono ben evidenti le tracce parallele della sgorbia.

La policromia: gli incarnati
Per gli incarnati sono state riscontrate due situazioni diverse da un lato per gambe e braccia e dall’altro per il viso e il collo. Su gambe e braccia sono presenti quattro stesure sovrapposte a base di Bianco di Piombo, la prima una probabile imprimitura, la seconda colorata con Ematite e terre, le due sovrapposte con Vermiglione. Sul viso e il collo, compresa tutta la zona della scollatura, invece le stesure a base di bianco di piombo sono due, un’imprimitura e uno strato con vermiglione.

La policromia: i capelli 
Nella resa cromatica dei capelli spicca immediatamente la presenza delle lumeggiature d’oro. Si tratta di strisce d’oro ottenute tramite la tecnica a missione, cioè la stesura a pennello del legante (oleoso) e la successiva applicazione della foglia. Sui capelli della Maddalena è steso un generale strato brunastro composto da Terre, Ocre, poca Terra Verde e poco Bianco di Piombo (analisi stratigrafica) sopra questo colore di base generale sono state stese in preparazione della doratura le strisce di un colore ocraceo simile alla base sottostante ma con un legante oleoso che insieme ad un’ulteriore stesura di olio fungeva da base cromatica e legante per l’oro.

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