I due cuscini in cuoio policromo e punzonato, che presentavano ognuno due facce differenti per tecnica e stato conservativo, sono stati trattati individualmente rispettando le peculiarità e le differenze, evitando inoltre lo smontaggio delle parti. Si è pertanto proceduto, durante la tesi che ha visto protagonisti i manufatti, a indagini, puliture e consolidamenti specifici per ogni faccia.
I due cuscini in cuoio sono stati oggetto della tesi di Patrizia Labianca a conclusione del corso quinquennale S.A.F.S. Opd aa. 2017/2018 dal titolo: Il restauro di due cuscini in cuoio dipinto del Museo Stibbert. Metodologie per la pulitura e il consolidamento”.
Restauratore: Patrizia Labianca (tesista SAFS)
Relatori: M. Ciatti, O. Sartiani, G. Rossignoli, I. Tosini, M. Becattini
Cuscino di forma rettangolare, costituito da due pelli cucite insieme, bordato da fettuccia cucita a punto filza con quattro nappe in cuoio risalente alla prima metà del XVIII secolo. All’interno del cuscino è presente un’imbottitura in fibra vegetale, capecchio.
Il fronte in cuoio argentato, dipinto e punzonato, ha fondo color oro che presenta al centro una stella color argento a otto punte, da ognuna delle quali dipartono otto fiori stilizzati su stelo fogliato: quattro tulipani su stelo dritto a due foglie alternati a quattro roselline su stelo sinuoso a tre foglie. La composizione floreale è inscritta all’interno di una cornice polilobata a otto anse costituita da sedici foglioline, di colore rosso, affrontate tra loro. Ai quattro angoli si dispongono infiorescenze di forma circolare che richiamano melagrane e fiori di cardo stilizzati, realizzate in color argento e sfumature in verde e rosso, tangenti una sottile linea color cremisi che incornicia tutta la composizione. Il fondo è parzialmente punzonato con rombi, occhi di gallo con corona di punti, linee parallele diagonali, tulipano con profilo di punti.
Il retro del cuscino in cuoio argentato, dipinto e punzonato proviene da corami da tappezzeria e presenta, su un fondo color oro, un motivo decorativo incompleto, di cui non si ricostruisce il grande rapporto di disegno rappresentato da una cornice di grandi dimensioni, curva, argentata, profilata in verde e inframmezzata da foglie carnose, lobate, argentate e dorate, con sfumature in rosso cremisi. Il fondo è privo di punzonature che si concentrano invece all’interno degli elementi vegetali e della cornice in sei tipologie differenti: quadrato con cornice di punti, rombi, linee parallele diagonali, occhi di gallo con corona di punti.
L’aspetto generale è opacizzato da uno strato di sporco concentrato in maggior parte all’interno dei solchi dei punzoni e lungo i margini del cuscino dove le pelli si incurvano per unirsi ed essere rifinite dal bordino.
Lo sporco è caratterizzato da particellato incoerente di varie tonalità e depositi di probabile natura cerosa. Il cuscino, sebbene realizzato con pelli abbastanza morbide, al tatto risultano ormai molto disidratate, secche e interessate da vistose deformazioni, più accentuate sul retro.
Sul fronte si riscontrano considerevoli perdite di pellicola pittorica color oro e color cremisi. Numerosi sono i corrugamenti tipici del materiale che hanno provocato una ragnatela di crettature filiformi di varia entità che interessano uno spessore e una profondità variabili, dalla lacca superficiale fino allo strato del derma, con una concentrazione maggiore nelle zone dove le pelli si incurvano per unirsi ed essere rifinite dal bordino e intorno alla vistosa lacerazione presente in prossimità del bordo di uno dei due lati lunghi del cuscino.
Oltre alla lacerazione che lascia in vista l’imbottitura in fibra vegetale sono presenti attacchi da parte di insetti xilofagi.
Sul retro sono presenti corrugamenti e perdita delle lacche color oro del fondo e color cremisi e verde dei motivi decorativi; vistose pieghe e deformazioni interessano la pelle al centro trasversalmente e agli angoli. In particolare una delle suddette pieghe ha provocato il distacco della grana dal derma lungo tutta la linea e intorno al perimetro di alcuni punzoni quadrangolari.
Le nappe delle frange sono scomposte presentando tagli e deformazioni che tendono ad incurvarle. Si rileva la presenza di inserti di pelle dipinta e punzonata, incollata alla pelle originale per integrare una perdita importante in corrispondenza di uno degli angoli del retro. Parte del cuoio del verso è stato incollato a una fodera in damasco di cotone verde provocando un indurimento considerevole del materiale, la pelle è stata intrisa di colla e ha perso completamente la sua caratteristica peculiare di morbidezza e flessibilità.
Il cuscino è stato sottoposto ad interventi di manutenzione e restauro di tipo antiquariale tra fine ‘800 e inizio ‘900. Sul retro sono presenti alcune integrazioni incollate all’originale ed eseguite “in stile”. Sul fronte le indagini fotografiche hanno rilevato la presenza di ridipinture in corrispondenza di alcune campiture di colore verde.
Sono stati effettuati alcuni prelievi di materiale corrispondente sia agli strati pittorici che al substrato in cuoio. I campioni sono stati fotografati allo Stereomicroscopio e inglobati in resina per ottenere delle sezioni per caratterizzare la struttura stratigrafica dell’opera e la composizione dei materiali costitutivi. Le sezioni sono state sottoposte ad indagine al microscopio ottico e, a seconda dei casi, ad indagine chimica tramite test di microanalisi.
La Fluorescenza a raggi X XRF e la Spettrofotometria di massa FTIR hanno confermato i risultati ottenuti con l’osservazione al Microscopio Ottico e al Microscopio Elettronico a Scansione-SEM. Pertanto su un substrato in cuoio è stata fatta aderire la foglia d’argento grazie ad un sottile film di colla di natura proteica, sulla foglia sono state eseguite delle stesure a mecca con vernici oleo-resinose di 35 µm circa.
Altri prelievi tal quali sono stati sottoposti a test per l’individuazione della temperatura di contrazione, tipo di concia e predisposizione al fenomeno di Red Rot. Da questo tipo di analisi si è evinto un buon stato di conservazione e un valore di Tc che si attesta intorno ai 60°C.
I test di microanalisi con cloruro ferrico hanno confermato una concia vegetale mentre il test della vanillina ha dato risultati dubbi sul tipo di tannini, lasciando presupporre si tratti di una concia mista o una concia con tannini idrolizzabili. L’analisi mediante spettroscopia infrarossa micro-FTIR ha evidenziato la presenza della banda del tannino idrolizzabile del tipo galla turca o sommacco.
Oltre alle riprese fotografiche sono state eseguite anche Radiografie RX per comprendere la confezione dei due cuscini.
Sono stati analizzati i filati di cucitura della confezione, le polveri derivanti dalla microaspirazione del manufatto e i depositi localizzati coerenti con la superficie dell’opera: il filato utilizzato è in lino a tre capi torsione S, le polveri di deposizione sono costituite prevalentemente da nitrati, e i depositi risultano essere di natura cerosa, in particolare cera d’api sbiancata.
Le indagini fotografiche in fluorescenza, nell’infrarosso e nell’UV hanno evidenziato la presenza di ridipinture in alcuni motivi vegetali confermata dalle indagini tramite XRF da cui risulta la presenza di cromo, elemento principe di alcuni pigmenti verdi in uso dopo il 1862.
È stata effettuata una prima osservazione, tesa a rilevare attacchi microbiologici e situazioni di fragilità e degrado avanzato che richiedessero l’immediata messa in sicurezza, quindi si è proceduto alla disinfestazione da insetti attraverso procedimento anossico e rimozione manuale dei singoli organismi, degli involucri pupali e delle uova.
Il cuscino è stato oggetto di una campagna fotografica nello spettro del visibile, nell’infrarosso, nell’UV e in fluorescenza.
La pulitura fisica è avvenuta tramite microaspirazione del particellato incoerente. Le polveri prelevate attraverso un sistema di filtrazione sono state sottoposte ad indagine diagnostica.
Le deformazioni e le pieghe che interessavano le facce del cuscino, le nappe angolari e i bordi frammentati di alcune lacerazioni del cuoio sono state trattate con sistemi di umidificazione graduale e localizzata con l’utilizzo di Goretex e magneti al fine di far riacquistare la planarità e la forma originaria.
I depositi coerenti con la superficie del cuscino rilevati tramite indagine in fluorescenza sono stati rimossi attraverso un sistema di pulitura fisica con termocauterio e carta assorbente.
Le superfici interessate da fenomeni di delaminazione del cuoio e distacco parziale del fiore dal corio, sono state pre-consolidate con adesivo Eva Art, evitando la compromissione ulteriore della superficie.
La pulitura chimica ha riguardato ogni elemento che compone la confezione del cuscino: pelli recto e verso, nappe e bordino di rifinitura ed è avvenuta utilizzando Velvesil Plus addizionato al 40% con soluzione tamponata a pH 7, previo trattamento delle superfici con Ciclometicone D5.
La rimozione del prodotto è stata eseguita a secco con tamponi di cotone, attraverso leggera rotazione, con vari passaggi fino a totale asportazione del materiale seguito da un passaggio di spugne morbide.
Il risarcimento dei tagli e degli strappi è avvenuto tramite adesione dei lembi delle fratture a un nuovo supporto in TNT tinto con colori a vernice Gamblin Conservation Colors e acquerelli color oro della Kremer Pigmante e fatto aderire con adesivo Eva Art. Preventivamente sono state riabbassate le creste e i bordi sollevati tramite umidificazione controllata localizzata e l’utilizzo di magneti.
L’imbottitura in capecchio è stata prelevata dall’interno in quattro aggregati, lievemente battuta per liberarla dal particellato e chiusa in una federa di Monomesh PA 100-125 in fibra sintetica con la funzione di impedire il contatto diretto con il lato carne delle pelli; quindi reinserita all’interno del cuscino.
P. Labianca, G. Rossignoli, I cuscini in cuoio dipinto del Museo Stibbert. Metodologie per la pulitura e il consolidamento, in «Opd Restauro», 32 (2020), pp. 216-229
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