Corona della statua della Madonna della Visitazione, 1653, Chiesa di Maria Santissima della Visitazione, Enna

Posta sul capo della statua della Madonna in occasione della processione del 2 luglio a Enna, la corona di Leonardo Montalbano è un oggetto ancora in uso nella liturgia, caratteristica che tutte le oreficerie sacre in origine avevano

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Quest’opera documentata di Leonardo Montalbano, del fratello Giuseppe e dell’orafo argentiere Michele Cartillone, riporta in un’iscrizione posta alla base della corona, svelata durante lo smontaggio, la sola firma del maestro Leonardo, datata 1653. Partendo dalla base, troviamo un cordone ornato con motivi ad ovuli a tre colori (verde, nero e bianco), al di sopra del quale una struttura portante in rame ospita, al primo ordine, sei medaglioni in oro smaltato en ronde-bosse, in cui sono raffigurate scene della vita di Maria e Gesù: l’Annunciazione, la Visitazione, la Natività, l’Adorazione dei Magi, la Disputa con i dottori, la Resurrezione. Intercalate tra queste scene, vi sono altri elementi in oro, smalti e pietre preziose (rubini e diamanti), con ghirlande, fiori e festoni riccamente decorati. Al secondo ordine, sono posti ovali con angeli smaltati in bianco, che reggono un cartiglio che descrive la scena sottostante.

Tecnica esecutiva

La corona è costituita per la maggior parte da oro smaltato e ornato da una rilevante serie di rubini e diamanti incastonati. Le scene istoriate e gli altri elementi decorativi sono stati realizzati in oro per fusione a cera persa, rinettati a cesello e smaltati a fuoco con l’uso di una gamma di colori notevolmente ricca, che conferisce la vivacità policroma tipica del Barocco siciliano. I diamanti e i rubini sono stati incastonati mediante la tecnica ‘a castone ribattuto’, utilizzata dall’autore anche per altre opere. La delicatezza e la complessità del meccanismo di montaggio, unite ai traumi subiti durante l’uso liturgico, hanno determinato la disconnessione dei numerosi elementi che la compongono. All’interno, è stata aggiunta in un momento successivo (Piazza, 1799) una calotta con gancio apicale, in argento dorato, realizzata per mezzo di nastri modanati.

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