
Il modello in cera del Perseo di Benvenuto Cellini è una rara testimonianza delle fasi preparatorie di una monumentale statua in bronzo. Non sono numerosi infatti gli esemplari di questo tipo di manufatti giunti fini a noi, sia per la natura effimera dei materiali, sia perché la consapevolezza del valore storico dei modelli non è stata sempre pari a quella delle opere d’arte compiute. La cera del Perseo riveste un ruolo cruciale nella vicenda artistica dell’autore, poiché segna il momento in cui diventa realtà il sogno che Cellini aveva da sempre coltivato: riuscire nella grande impresa di fondere la monumentale statua in bronzo voluta dal Granduca Cosimo de’ Medici per la Loggia dei Lanzi in Piazza Signoria.
Il bozzetto è stato realizzato a partire da un’armatura in ferro inserita entro un piccolo ceppo di legno massello, che costituisce la base per il gruppo scultoreo. Su questa struttura metallica l’artista ha modellato l’opera per aggiunta di volumi di cera d’api pigmentata di una colorazione rossastra. La superficie è stata infine patinata per suggerire l’effetto del bronzo con bianco di piombo e pigmenti verdi a base di resinato di rame alternato o sovrapposto da velature con terra d’ombra e bruciata e per permettere al committente di comprendere il risultato finale dell’opera.
La principale problematica riguardava la statica del modello, che per mezzo della radiografia, ha evidenziato un distacco della cera dal perno retrostante. Le lesioni più evidenti erano localizzate intono alla caviglia destra e al di sotto del piede sinistro, a causa di una fragilità strutturale che ha concentrato le sollecitazioni nei punti più deboli. La superficie della cera si presentava scurita dai depositi e molto irregolare, con sollevamenti e crettature di materia.
Intorno al 1950 l’opera era stata sottoposta ad un intervento mirato a migliorare la statica della figura che doveva essersi pericolosamente inclinata in avanti. In questa occasione fu realizzata una teca che prevedeva un sistema per ancorare la figura ad un pannello di fondo in legno, mediante una barra metallica inserita a caldo a metà della schiena. Questo sistema alquanto invasivo, nel tempo ha perso la sua funzione a causa delle continue sollecitazioni che hanno provocato il distacco del metallo dalla cera. Nel 1971 la superficie della cera era stata sottoposta a intensi vapori di trementina, che aveva sensibilizzato e intaccato la patina originale.
La radiografia del modello ha evidenziato la struttura di sostegno interna in ferro ed è stata preziosa per la comprensione dello stato di conservazione del bozzetto. I microcampioni per le analisi FT-IR sono stati prelevati per la caratterizzazione della cera.
La pulitura della superficie è stata effettuata con microemulsione, che è riuscita ad inglobare le sostanze cerose applicate nel pregresso intervento del 1971. Le suture delle fratture sono state realizzate con cere pigmentate a tono dell’originale e ausilio di spatola termica dentistica a temperatura regolabile. Il restauro ha mirato alla progettazione e realizzazione di una nuova teca espositiva e di un una nuova struttura di sostegno dell’opera, realizzata in plexiglas trasparente. Tale supporto si ancora tramite un gancio in acciaio inox all’armatura metallica originale grazie al foro preesistente sulla schiena e alla base della teca. La nuova vetrina è stata progettata in concordanza con le altre presenti all’interno della sala espositiva e permette di fruire l’opera in una visione a 360°.
D. Angellotto, F. Kumar, L. Speranza, M.G. Vaccari, Verso il Perseo: il modello in cera di Benvenuto Cellini al Museo del Bargello, in OPD 19, 2007, pp.67-84.
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