Benedetto da Maiano, Crocifisso, 1442-1497, Chiesa della Madonna Bianca, Ancarano, Norcia (PG)

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Il Crocifisso ligneo policromo di Benedetto da Maiano proviene dalla chiesa della Madonna Bianca di Ancarano, una piccolissima frazione di Norcia.
La figura di Cristo, alta 197 cm e larga 192 cm, è intagliata in legno di tiglio e dipinta con una tecnica mista a velature sovrapposte. Nonostante sia scavata all’interno, pesa 45,160 kg, in perfetta corrispondenza con altri ‘Crocifissi’ di Benedetto, dove la stessa comprovata tecnica era stata usata.
Il primo sopralluogo dell’opera è stato effettuato dall’Opificio nell’ottobre del 2011, in occasione del restauro del crocifisso dell’altar maggiore del duomo di Firenze, celebrata e documentata opera di Benedetto da Maiano.
La scultura di Ancarano era stata segnalata all’OPD da Alessandro Del Priori che l’aveva individuata come opera di Benedetto, strettamente legata a quella della cattedrale fiorentina. Il confronto degli studi delle tecniche dei due crocifissi, eseguiti in quell’occasione, ha confermato ulteriormente le loro corrispondenze. Ma è stato in seguito al terremoto del 2016 e al recupero delle opere d’arte della chiesa di Ancarano, che l’Opificio si è potuto occupare di questa opera, recentemente riconosciuta in tutta la sua importanza.

Tecnica esecutiva

Caratteristiche costruttive
Il Cristo è intagliato da un tronco di tiglio al quale sono assemblati alcuni elementi aggiuntivi per raggiungere il volume delle parti aggettanti. Il tronco è stato svuotato dalla parte tergale e successivamente richiuso con tre assi, a loro volta intagliate per dare forma all’anatomia della schiena; una in alto per la schiena e due affiancate all’altezza dei glutei. Questo procedimento serviva a limitare la formazione di spacchi radiali, diminuendo le tensioni interne alla massa di legno. Finito l’intaglio, è stato applicato un perizoma di tela ingessata, secondo l’uso fiorentino, invece di intagliarlo dal legno insieme alla figura.

La preparazione e il colore
Sulla figura del Cristo, già munito del perizoma, sono stati stesi gli strati di preparazione a gesso e colla animale e una base cromatica a tempera magra. La policromia è stata rifinita con velature di natura “grassa” (si presume con una componente oleosa), applicate sulla base a tempera. La stesura delle velature non è uniforme ma localmente modulata verso toni più grigi, in modo molto evidente nelle dita delle mani e dei piedi. Ulteriori velature rifiniscono il viso, le ginocchia e accentuano le forme anatomiche del torace tramite stesure più lievi.
La policromia originale è quella che ancora oggi vediamo sulla figura di Cristo.

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