
Il grande mosaico realizzato sulla facciata della Chiesa di San Frediano a Lucca si sviluppa su due registri, quello inferiore con gli apostoli, improntato ad uno stile più romanico, e quello superiore con il Cristo ascendente nella mandorla, bizantineggiante e di fattura più raffinata, sia nei modi di esecuzione che nella gamma cromatica delle paste vitree.
Il mosaico dovette subire abbastanza presto i primi danni a causa della sua particolare esposizione agli agenti atmosferici. Si evidenziano infatti estese integrazioni che diventano più numerose man mano che si scende verso la zona inferiore, più esposta perché non riparata dall’aggetto del tetto.
Nell’aprile del 2000 l’ispezione dell’opera ha messo in evidenza la presenza di allarmanti spanciamenti e pertanto la necessità di intervenirvi con un nuovo stacco dei pannelli realizzati con supporto in vetroresina.
Fra i numerosi restauri dell’opera si citano quello ottocentesco di Raffaele Castellini e poi le due campagne d’intervento condotte dall’Opificio delle pietre Dure nel 1905-1908 e nel 1986-88.
Dopo aver eseguito le chiassolature ed intelato la superficie, i pannelli sono stati svincolati dalla sede e trasferiti in laboratorio. Posti in posizione tergale, si è sostituito la vecchia malta di allettamento ed applicato un nuovo supporto in fibra di carbonio. La scelta di questa tipologia di supporto è stata motivata dalle caratteristiche di notevole rigidità, robustezza, leggerezza ed elevata stabilità alle variazioni termiche.
Conclusa tale operazione, ogni pannello è stato capovolto con la superficie a vista ed il manto musivo è stato pulito meccanicamente e con spugne imbevute di acqua e Desogen.
Una sezione in particolare presentava un’estesa lacuna in corrispondenza di una zona già integrata in occasione dell’intervento dell’88; questa mancanza è stata ricostruita in tessere vitree delimitate da una fila di vetrini.
Trasportati i pannelli nuovamente in S. Frediano, sono stati ricollocati sulla parete e avvitati nell’esatta posizione dei precedenti fori. Si è poi proceduto al riposizionamento delle tessere asportate lungo i bordi e alla revisione dell’intera superficie musiva, che è stata sottoposta ad interventi localizzati di consolidamento e pulitura.
L’intervento ha restituito all’opera i requisiti di stabilità e resistenza ai forti sbalzi termici cui è soggetta.
P. Frizzi, A. Giusti, G. Raddi, Interventi passati e recenti sul mosaico della chiesa di San Frediano a Lucca, in “OPD Restauro”, 2, Firenze 1990, pp. 7-16, 83-86.
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