Anna Morandi, Busto autoritratto, 1756 ca., Museo di Palazzo Poggi, Bologna

Per il busto autoritratto di Anna Morandi, una statua in ceroplastica vestita e decorata da gioielli, ha previsto un intervento che ha evitato lo smontaggio delle vesti. Sono state trattate sia le parti in cera che quelle tessili e in carta da specialisti dei rispettivi settori.

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Statua di cera vestita, a mezzo busto, appoggiata su una base di legno grezzo, con struttura di sostegno in legno e metallo ed imbottitura in capecchio. Nell’opera, Anna Morandi, medico e studiosa di anatomia umana, ritrae sé stessa mentre analizza con strumenti medici, oggi mancanti, un cervello posto davanti a lei, anch’esso realizzato in cera e appoggiato su una base lignea modanata. Un piccolo frammento di carta a stampa, di forma rettangolare, una ricevuta di pagamento per un’offerta della Morandi ad una istituzione religiosa, è stato estratto dallo scollo della statua, restaurato e conservato a parte.
Il corpo della statua è rapidamente abbozzato: un cartoncino rigido, tenuto insieme sul dietro da punti di cucito grossolani, contiene l’imbottitura e conferisce al torace la forma a vita stretta, tipica del periodo storico. Nelle spalle e braccia, nel bacino e la testa, l’imbottitura è trattenuta da semplice tela di lino grezza. Gli avambracci e le mani invece sono finemente modellati in cera, come il collo e il volto della statua, con alcuni dettagli dipinti; la figura è descritta con estremo realismo e scrupolosa attenzione alla somiglianza ed ai più minuti particolari della carne e della pelle. Gli occhi sono in vetro e lo sguardo è vivace e acuto, fermo ma dolce, descrive una forte personalità femminile, consapevole ed orgogliosa delle proprie conoscenze scientifiche e capacità tecnico pratiche. L’acconciatura è realizzata con capelli naturali, disposti a onde e boccoli dalle parti e raccolta da un fiocco sulla nuca ed una cuffietta in lino finissimo sul dietro; da una parte, uno spillone trattiene un fermaglio in ciniglia di seta rosa e avorio. Orecchini con pendagli in vetri colorati bianchi e verdi ed un anello con un grosso brillante; diversi giri di perle, realizzate in cera, al collo e al polso destro.
L’abito è in tessuto di seta rosa, decorato con la tecnica ad impressione, ad imitazione del damasco e disegno monocromo, a esili tralci di foglie, boccioli e fiori che si snodano tra le anse di due nastri a pizzo, con andamento ondulante in verticale. Confezionato direttamente sulla struttura imbottita, con più teli, lasciati a tratti a taglio vivo e tenuti insieme da pochi punti grossolani sul dietro e da numerosi spilli, fissati sui fianchi e sul davanti. Gonna larga a pieghe ampie; scollo basso e dritto, dal quale esce la pettorina di una finta camicia in tela di lino sottilissima, rifinita da un merletto a fuselli. Sul davanti, nastri dello stesso tessuto dell’abito, increspati e bordati da un galloncino in argento filato, disegnano un motivo decorativo a losanga, con una V al centro. Le maniche, strette fino al gomito, si allargano poi, svasate e profilate dallo stesso galloncino in argento filato; dalle svasature escono le maniche larghe, in tela di lino sottile, con merletto a fuselli, della finta camicia. Passa dietro al collo ed è incrociato sul davanti e fissato con spilli, un pizzo smerlato, tridimensionale, realizzato in “garza” di lino.
Sopra una piccola base di legno sagomata, è appoggiata la testa, studiata e realizzata in ceroplastica a più livelli. Una parte del cuoio capelluto con pochi capelli, staccata e arricciata, lascia scoperta una porzione del cranio; questo, sezionato a sua volta, lascia vedere le meningi e, sotto ancora, il cervello.

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