
Docenza: Francesca Rossi
Allievi SAFS: Elisa Bartolini (tesista SAFS)
Le sei opere oggetto di restauro fanno parte della collezione di modelli in cera rappresentanti le patologie della pelle realizzata agli inizi del Novecento dal Dott. Angelo Fermo Bellini per l’Istituto Dermosifilopatico dell’Ospedale Maggiore di Milano. I modelli derivano da calchi effettuati su pazienti viventi; sono composti da sottili strati di cera sovrapposti, hanno un riempimento in gesso e sono ancorati a delle tavolette in legno a cui è affissa un’etichetta cartacea identificativa.
Molte delle opere versano ad oggi in cattivo stato di conservazione per via delle loro vicissitudini storiche e degli interventi di ripristino a cui furono sottoposte negli anni Settanta del secolo scorso.
I sei moulages restaurati racchiudono il ventaglio di problematiche riscontrabili sull’intera Collezione.
Le indagini conoscitive e il monitoraggio ambientale del contesto espositivo hanno consentito di definire il progetto d’intervento.
L’analogia fra materiali costituenti e tecnica di realizzazione che caratterizza queste opere ha reso possibile programmare un restauro basato su un approccio metodologico unitario, estendibile anche agli altri elementi della Collezione, comunque attento alle specifiche necessità conservative di ogni modello.
L’intervento ha interessato tutti i materiali di cui si compongono i moulages: cera, gesso, tessuti, carta, metalli e legno, approfondendo maggiormente gli aspetti relativi al restauro del materiale ceroso.
Lo smontaggio delle cere dai supporti in legno è stato effettuato solo sulle opere che presentavano fratture nel supporto in gesso.
Focus del lavoro sono state le integrazioni delle mancanze di cera e del gesso sottostante e la scelta di un adesivo che avesse delle caratteristiche indicate per l’incollaggio dei frammenti cerosi originali fratturati.
Per le mancanze e per la sostituzione delle vecchie integrazioni della cera si sono proposte nuove integrazioni a tarsia. L’impasto ceroso per le tarsie è stato selezionato comparando varie miscele cerose binarie su dei prototipi in cera e gesso simulanti la composizione degli originali: si è così verificata la facilità di inserimento e di modellazione delle integrazioni e provata la loro rimozione meccanica a bisturi.
Nei casi in cui, in assenza di riferimenti fotografici, ristabilire una buona leggibilità delle opere, persa a causa della mancanza sia degli strati di cera che del gesso sottostante, è stato possibile per analogie, le mancanze sono state colmate con integrazioni plastiche intonate e vincolate ai modelli originali e alle tavolette con dei magneti, metodo che ne consente la rimozione in breve tempo e con estrema facilità.
È stato effettuato uno studio al fine di identificare un adesivo che avesse caratteristiche indicate per l’incollaggio dei sottili frammenti cerosi fratturati, tenendo in considerazione gli stress meccanici a cui possono essere soggette opere in cui sono compresenti cera e gesso, i quali rispondono in maniera totalmente differente all’umidità relativa. Sono stati presi in considerazione sia materiali naturali che di sintesi, con l’intento di identificare un adesivo idrosolubile capace di soddisfare i requisiti di stabilità, compatibilità e reversibilità. Essi, identificati attraverso ricerche bibliografiche e lo studio dello stato dell’arte in materia, sono stati applicati su dei provini per verificare empiricamente l’incollaggio della cera; in alcuni casi è stata testata l’aggiunta di un plastificante agli adesivi. Gli adesivi ritenuti migliori sono stati caratterizzati mediante prove a taglio.
È stato inoltre possibile avvalersi della modellazione 3D per eseguire alcune delle fasi di lavoro, occasione che ha dato modo raffrontare la metodologia “tradizionale” con le possibilità offerte dai sistemi di prototipazione e stampa 3D.
Il lavoro è oggetto della seguente pubblicazione:
Bibliografia essenziale:
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