Il restauro delle pergamene è stato oggetto di lezioni pratiche di restauro da parte di G. Coccolini durante il corso PFP5 con gli allievi Chiara Cittadino, Giulia Fraticelli, Cristina Merelli, Maddalema Trabace, oggi diplomati restauratori.
Il manoscritto segnatura Ms.Parm.697 è un codice ebraico manoscritto su pergamena, composto da 29 carte membranacee 250 x 178mm circa. Sui fogli dei cinque fascicoli, riuniti secondo la regola di Gregory, i caratteri ebraici sono organizzati in un’unica colonna da undici righe per pagina, inchiostri di colore bruno/nero, rosso e giallo. I titoli, alti due righe, sono decorati con figure antropomorfe e zoomorfe, per lo più con il contorno eseguito in inchiostro nero e campite coi colori rosso, viola, giallo e verde. Dalle analisi i colori sono risultati compatibili con quelli usati nelle miniature del XIV secolo e l’inchiostro a base di nerofumo. Il codice, che riporta il rito della Haggada Pasquale ebraica, è mancante della parte iniziale. La legatura, successiva e attribuibile al XVII° secolo, è da considerare storicizzata.
Coperta in tutto cuoio spugnato; dorso staccato, ornato con foglia d’oro a fuoco; cucitura su tre nervi infilati, senza capitelli; cinque fascicoli in pergamena, con rigatura ad inchiostro i cui fori di riferimento sono al centro dei bifoli per le righe e sul margine superiore per le colonne. Manoscritto su undici righe ad inchiostro in nerofumo, con titoli e lettere maiuscole ornate con figure zoomorfe e fitomorfe, campite a colori. Titoli su due righe. Il verso di scrittura è ebraico, ovvero da destra verso sinistra, così come la successione delle carte. L’ultima cucitura (dai fori presenti nelle pieghe dei fascicoli devono esser state almeno tre) è stata eseguita su tre nervi di corda infilati nei cartoni della legatura, senza capitelli.
La coperta, dal dorso tarlato e fessurato, era insufficiente a formare l’unghiatura esponendo i bordi dei fogli a danni da maneggiamento. I fascicoli pergamenacei presentavano sia danni da consultazione e conservazione, relativi ai cinque secoli trascorsi, anche con segni di attività di tarli, sia i danni dovuti ad una cospicua infiltrazione d’acqua. Oltre alle conseguenti ondulazioni e arricciature del supporto pergamenaceo, si nota, in alcune carte, il dilavamento fino alla scomparsa di porzioni del manoscritto, di inchiostri e colori. Sostanzialmente stabili i fori e le cuciture di tagli effettuati in conceria all’origine. Dopo il restauro delle pergamene, quattro fascicoli sono risultati più lunghi della coperta attuale. In considerazione delle misure diverse tra coperta e fascicoli, si può ipotizzare che la coperta sia di riuso. La Biblioteca di Parma ha richiesto il mantenimento dell’attuale coperta, ormai storicizzata.
Tecniche di Imaging, fluorescenza a raggi X al fine di individuare la natura dei colori e dell’inchiostro. Lascia una certa perplessità il segnale del ferro rilevato su tutte le superfici delle pergamene, quasi fosse usato come mordente oppure come intonazione uniforme per tutti i fascicoli, o ancora secondo rito religioso
Sfascicolato il volume, è diventata evidente la maggior lunghezza di quattro fascicoli, ripiegati (rincalcati) dal lato cucitura. I fascicoli sono stati puliti e ripianati con l’ausilio di piccoli magneti. Le macchie sono state attenuate con ripetuti tamponi di miscela di alcool e acqua su piano aspirante. Tutte le lavorazioni sui fogli pergamenacei sono state effettuate mantenendoli sempre in tensione con calamite e riuscendo così a ripianare pieghe senza variare le misure originali. Infine, con l’ausilio di nano-idrossido di calcio in isopropanolo sono stati ripristinati i corretti valori di alcalinità. Il dorso in cuoio è stato restaurato operando dall’interno: dopo la necessaria riconcia all’alluminio (conservazione del cuoio), è stato rinforzato con una sottile striscia di cuoio più sottile e flessibile. Ricuciti i fascicoli su tela, quando riposizionati all’interno della coperta sono risultati sporgenti per qualche millimetro. In accordo con la Biblioteca Palatina, è stato realizzato un prolungamento della coperta inserito sotto di essa anche con la funzione di ancoraggio dei fascicoli, sporgente per i necessari 4 mm. La parte sporgente è stata rialzata, come una cornice, tutt’intorno alla coperta originale e rivestita con cuoio in tinta uniforme, comprese le cuffie del dorso. Il dorso visibile è quello della coperta originale ma sopravanzato dalle cuffie della sotto-coperta che aiutano anche l’azione di estrazione del libro dallo scaffale. Sollevando i piatti originali è possibile l’osservazione dei bordi decorati in oro con motivo a tratteggio. Per il Ms.Parm.697 la sottocoperta assume la funzione di “trait-d’union” tra il manoscritto e la coperta originale ed assolve la funzione di salvaguardia dei fogli di pergamena.
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