Salendo la scala, i cui gradini presentano l’alzata realizzata con marmi archeologici provenienti dai depositi dell’Opificio, si arriva al piano rialzato che ospita la sezione quinta del Museo, denominata “Il laboratorio delle pietre dure”. Qui sono illustrati i complessi meccanismi, organizzativi e tecnici, che stavano dietro alla compiuta perfezione, solo apparentemente senza sforzo, dei lavori di pietre dure.
In questa sala è possibile ammirare il campionario di pietre dure e tenere utilizzate dalla Manifattura, esposte in vetrine il cui primo ordinamento fu voluto alla fine dell’Ottocento da Edoardo Marchionni, allora direttore dell’Opificio. Gli oltre 600 campioni lapidei esposti attestano la ricchezza e la varietà delle riserve di materiali che i Medici fecero venire da ogni parte del mondo e che hanno contribuito a creare la variegata tavolozza naturale dei mosaici fiorentini.
Per meglio illustrare la tecnica di lavorazione e spiegare così l’attività della Manifattura, sono qui esposti anche i banchi da lavoro settecenteschi adibiti ai diversi tipi di intaglio.
Nelle ultime due vetrine sul lato sinistro sono esposte alcune formelle realizzate dall’Opificio negli anni Cinquanta del Novecento, a testimonianza della conservazione e prosecuzione della tradizione manifatturiera e della tecnica del commesso all’interno dell’Istituto.
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