A fianco alle raccolte scaturite dall’attività dell’Opificio è conservato un nucleo di opere di provenienza medicea e granducale che con l’arte delle pietre dure intrattengono un rapporto di affinità tecnica o materica. È questo il caso della pittura su pietra che utilizza come supporto per un dipinto ad olio una lastra lapidea che, grazie alla sua cromia naturale, entra a far parte integrante dell’immagine pittorica dell’insieme. Tale tecnica vide il periodo di maggior diffusione nella prima metà del Seicento presso la corte fiorentina di Cosimo II de’Medici.
La scagliola è un genere artistico che in Italia ebbe il suo primo centro di elaborazione tecnica e di produzione in Emilia, ma la sua diffusione fu rapida e ampia in tutta la penisola grazie all’economicità del materiale costitutivo – il gesso – e ai buoni effetti decorativi che si potevano raggiungere, ad imitazione di opere più complesse e costose.
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