Sotto gli ultimi Medici (Cosimo II, Ferdinando II e Cosimo III) vari pittori, scultori, orafi ed ebanisti collaborarono con la Manifattura nel fornire modelli agli specialisti delle pietre dure, contribuendo così alla creazione di opere di grande inventiva e di notevole qualità tecnica.
Durante il granducato di Cosimo III la Manifattura raggiunse risultati di particolare livello sotto la direzione dello scultore Giovan Battista Foggini (1652-1725), che trovò un perfetto interprete, tra gli altri, nell’intagliatore di pietre dure Giuseppe Antonio Torricelli.
Tra la fine del Seicento e i primi decenni del secolo successivo la Manifattura dedicò larga parte della sua attività alla lavorazione in rilievo di pietre dure, specialmente congeniale al gusto plastico del Barocco. La fantasia eclettica del Barocco si espresse al meglio nell’esecuzione di mobili scenografici e sfarzosi quali stipi, studioli, tavoli, letti a baldacchino, nei quali le pietre dure sono protagoniste, accordando la loro luminosità con lo splendore dei bronzi dorati.
La celebrità della Manifattura fiorentina divenne presto internazionale tanto che a Praga, alla fine del Cinquecento, si creò un analogo laboratorio per mosaici di pietre dure con artefici chiamati da Firenze.
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