La Pala di San Zeno di Andrea Mantegna

Studio e conservazione

Marco Ciatti, Paola Marini

Il volume dà conto di un lungo e complesso processo di indagine e restauro sulla Pala di San Zeno di Mantegna, terminato nell’aprile 2009 dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. La monumentale Pala di San Zeno (cm 480×450) è l’ultima opera dipinta da Mantegna a Padova prima del suo trasferimento a Mantova. Selezionata da Napoleone per il Museo del Louvre, la Pala di San Zeno arrivò a Parigi nel 1798.

Nel 1806 i due scomparti esterni della predella, raffiguranti la Preghiera nell’orto e la Risurrezione furono inviati al Musee des Beaux-Arts di Tours (dove ancora si trovano), in cambio di due importantissime tele dell’artista: il Parnaso Minerva caccia i vizi dal giardino delle Virtù, provenienti dallo studiolo mantovano di Isabella d’Este Gonzaga.

L’elemento centrale con la Crocifissione rimase invece al Louvre. La pala fu restituita a Verona nel 1815 priva della predella, sostituita da copie di Paolino Caliari. Il restauro della Pala di San Zeno si è reso necessario perché il capolavoro presentava seri problemi di tipo conservativo, sia sulla superficie pittorica che sul supporto ligneo e sulla cornice, queste ultime mai trattate prima d’ora. Problemi dovuti essenzialmente a tre fattori: il naturale invecchiamento dell’opera in rapporto alle condizioni ambientali, i precedenti restauri e l’errato rimontaggio della struttura, conseguente ai numerosi spostamenti della pala nel corso dei secoli.