Pittura su pietra

Descrizione opera

Accanto alla raccolta di opere realizzate all’interno della Manifattura, l’Opificio conserva anche arredi di provenienza medicea e granducale che con l’arte delle pietre dure hanno un rapporto di affinità materica o tecnica. È questo il caso della pittura su pietra, che utilizza come base per un dipinto a olio una lastra lapidea che, con la sua cromia naturale, diventa parte integrante dell’immagine pittorica.

In questa sala sono conservati alcuni quadri realizzati nella prima metà del Seicento, in cui il supporto del fondo è una pietra d’Arno, detta anche pietra paesina: un alberese che si trova nel Valdarno così chiamato perchè la sua struttura a faglie evoca visioni di paesaggi rocciosi; e il lineato d’Arno, pietra le cui venature parallele e ondulanti grigio-azzurre sono particolarmente indicate per rappresentare distese acquatiche.

Su queste lastre di pietra il pittore non interveniva dipingendo il fondo in quanto, come si legge in un testo seicentesco, questo era già “tavola compiuta, dove non c’è bisogno di aggiungere altro”. L’artista quindi, sfruttando lo sfondo naturale, si limitava a dipingere su questo figure di santi eremiti o vedute marine con navi.

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