Il piano di tavolo eseguito fra il 1842 e il 1849 testimonia la persistente fortuna ottocentesca dell’uso del porfido rosso antico, pietra di uso “imperiale” nella Roma antica, particolarmente gradita ai primi Medici.
Il piano, che è uno degli ultimi importanti lavori realizzati per la corte fiorentina prossima a scomparire, dipende da modelli neoclassici, oltre che nella scelta del materiale di fondo, anche per l’intreccio degli emblemi centrali; mentre la smagliante ghirlanda di fiori dalla cromia accesa e variata, preannuncia il gusto naturalistico che impronterà tutti i lavori del tardo Ottocento. Il senso naturalistico è evidente anche nella scelta dell’utilizzo del legno pietrificato per realizzare la cetra.