La piccola scultura di Dante ha ispirazione analoga a quella raffigurante Cimabue. Eseguita sempre dal Ricci nel 1877, la figura del sommo Poeta è rappresentata con la veste e il copricapo tramandati dall’iconografia canonica. Realizzata in diaspro rosso di Cipro, raffigura Dante in piedi con un rotolo di pergamena nella mano sinistra.
Anche questa scultura, come la precedente, poggia su una base a forma di parallelepipedo in alabastro orientale, sulle cui quattro facce figurano a commesso gli stemmi di Firenze e degli Alighieri, e due ghirlande di alloro e di quercia.
L’Opificio aveva già realizzato nel 1865, in occasione del sesto centenario della nascita del Poeta, una statuetta di Dante da donare a Vittorio Emanuele II, con l’intento forse di richiamare l’attenzione dei regnanti sull’antica manifattura prediletta dai granduchi medicei e lorenesi. Di questa statuetta, che fu mandata all’Esposizione Internazionele di Parigi del 1867, sono state perse le tracce.