Realizzata fra il 1877 e il 1883, la Giardiniera da sala rientra nel programma ambizioso del direttore Edoardo Marchionni, di mantenere l’attività della Manifattura all’altezza della sua grande tradizione realizzando opere di grande impegno, pur programmando anche serie di lavori più commerciabili.
Il monumentale arredo, alto quasi due metri, è composto da un basamento abbastanza pesante in bardiglio di Seravezza con intarsi in lapislazzuli di Persia, che quasi contrasta con l’esotica raffinatezza del prezioso coronamento. Questo, concepito come una sorta di vaso ottagonale vuoto all’interno per accogliere una pianta, è decorato sui quattro lati da pannelli a commesso con soggetti di figura alternati a fiori e, sugli angoli, da mascheroni dal gusto orientaleggiante intagliati in diaspro rosso di Cipro.
L’opera risente delle varie tendenze artistiche del momento. Infatti nella figura di Flora è possibile ravvisare un prototipo femminile che ebbe grande fortuna nella Belle Epoque; invece nell’immagine della Bambina in un giardino si coglie un legame con la pittura dei macchiaioli; infine, nelle rappresentazioni dei fiori e nei mascheroni, troviamo una suggestione d’Oriente di gran moda in questo periodo in Europa.
La Giardiniera appartiene ad complesso delle creazioni del laboratorio che erano destinate alla vendita al pubblico per finanziare il mantenimento dell’antica istituzione medicea. Messa in vendita al prezzo, per l’epoca esorbitante, di 65.000 lire, non trovò mai un acquirente.