Destinata ad arredo di una camera nuziale, assieme al suo pendant conservato negli appartamenti monumentali di Palazzo Pitti, l’acquasantiera riproduce l’immagine miracolosa della SS. Annunziata, a cui il granduca Cosimo III era particolarmente devoto.
Realizzata agli inizi del sec. XVIII in bronzo dorato e pietre dure, nella sua incredibile spettacolarità e accuratezza dei particolari, ben rappresenta del gusto della manifattura tra il Seicento e il Settecento.
I due busti dell’Angelo e della Vergine realizzati in calcedonio, lapislazzuli e diaspri, furono eseguiti, unendo insieme con perni e collanti, le singole parti intagliate separatamente, in modo da formare un’immagine completa.
La preziosità della lavorazione è amplificata dalle parti in bronzo dorato della raggiera e dei festoni i cui frutti, in pietra dura, erano realizzati dai cosidetti “fruttisti”: ad ulteriore dimostrazione della finezza maniacale di esecuzione da parte degli artisti granducali, erano così chiamati gli speciali addetti della Manifattura, all’intaglio dei frutti di pietre dure, che in epoca barocca era consuetudine far sbocciare rigogliosi da ghirlande di bronzo.