Miniatore francese, Reliquiario del Libretto, XVI sec., Museo dell’Opera del Duomo, Firenze

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

Il Reliquiario del Libretto è un prezioso oggetto di oreficeria realizzato per volere di Carlo V di Francia per contenere le reliquie dei Santi e della Passione, poi donato dal Re al fratello Luigi duca d’Angiò, come rivela un’iscrizione in caratteri gotici apposta sul retro. Realizzato intorno agli anni Sessanta-Settanta del XIV secolo da orafi e miniatori francesi, del Reliquiario si perdono le tracce fino al 1465 quando compare in un inventario di “gioie ed altre cose di valuta” di Piero di Cosimo de’ Medici.
Non abbiamo certezze, ma è probabile che il prezioso manufatto sia giunto in Italia con lo stesso duca d’Angiò quando divenne Re di Napoli dopo la morte della regina Giovanna, rimanendo poi nella penisola dopo la sua morte nel 1384 nel corso della Battaglia delle Bisceglie. Non sappiamo invece quali siano le vicende che lo introdussero nelle collezioni medicee nelle quali però non era destinato a rimanere per lungo tempo: nel 1494, con la cacciata dei Medici da Firenze il Reliquiario venne infatti requisito dalle autorità cittadine al fine di venderlo per sanare i numerosi debiti contratti durante la rivolta. Ceduto in seguito al cardinale di Siena Francesco Piccolomini (futuro papa Pio III), nel 1495 venne acquistato dall’ l’Arte di Calimala, che nel 1499 commissionò all’orafo Paolo di Giovanni Sogliano la realizzazione di un “tempietto” per custodirlo. A memoria della commissione resta lo stemma con l’Aquila dell’Arte dei Calimala sulla base del manufatto.
Per quanto riguarda le miniature oggetto del restauro da parte del Settore Disegni e Stampe, sono da considerarsi coeve alla realizzazione del Reliquiario e quindi databili agli anni Sessanta-Settanta del XIV secolo, ritagliate da una pagina più grande raffigurano l’una la Crocifissione con la Madonna, san Giovanni Battista e la Maddalena, e l’altra La Trinità con i probabili ritratti di Luigi duca d’Angiò e sua moglie Marie de Blois. Sebbene le numerose abrasioni della superficie pittorica rendano difficile la lettura, presentano evidenti i caratteri della miniatura gotica francese dell’ultimo quarto del secolo influenzata dalla lezione di Jean Pucelle, di Anciau de Sens e Jacquet Maci, autori della decorazione del Breviario di Belleville o della Bibbia di Robert de Billyng (Parigi, Biblioteca Nazionale), opere che presentano soluzioni simili nella scelta dello sfondo astratto a quadretti oro e azzurro su cui si colloca una pittura calligrafica, ma realistica, che tende a sperimentare la prospettiva, seppur con esiti ancora incerti.

Tecnica esecutiva

Il Reliquirio del Libretto è costituito da una parte centrale fissa, dalla quale si articolano, per ogni lato, tre piccole ante incernierate tra loro che si chiudono “a libro”. In esse sono contenute reliquie di Santi mentre il vano centrale custodisce le reliquie della Passione.
Le due miniature su pergamena sono applicate alla lamina d’oro sormontante lo scomparto centrale del Libretto stesso. Supportate con pergamena, sono state incollate direttamente alla lamina d’oro con uno strato di colla animale e fissate quattro piccoli perni d’oro a forma di fiorellino, che foravano gli angoli, ancorandole al supporto metallico.

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