Andrea Mantegna, Pala di San Zeno, 1457-1459, Basilica di San Zeno, Verona

  • : Intervento di restauro
  • Stato attività: concluso

Dati

Informazioni sull’attività

Informazioni sull’opera

Informazioni storico-descrittive

La Pala, costituita da tre pannelli raffiguranti rispettivamente la Madonna con Bambino in trono fra angeli musicanti e cantori, i Santi Pietro, Paolo, Giovanni Evangelista e Zeno e i Santi Benedetto, Lorenzo, Gregorio e Giovanni Battista, oltre alla predella composta da la Preghiera nell’orto, la Crocifissione e la Resurrezione, fu eseguita tra il 1457 e il 1459, come testimoniano una serie di documenti, su commissione dell’abate di San Zeno Gregorio Correr. Con le requisizioni napoleoniche del 1797 il trittico fu trasportato a Parigi, mentre la cornice rimase in San Zeno, per poi fare ritorno a Verona, senza la predella, nel 1817. Attualmente lo scomparto centrale della predella, la Crocifissione, è conservato al Musée du Louvre, mentre la Preghiera nell’orto e la Resurrezione si trovano al Muséè du Beaux-Arts di Tours, mentre le predelle che corredano il trittico in San Zeno sono copie su tela realizzate alla fine del Settecento.

Tecnica esecutiva

Le tre grandi tavole che formano la scena principale sono costituite da assi in legno di pioppo, tra loro assemblate grazie ad una serie di cavicchi e di farfalle. Ultimata la costruzione, sui supporti è stata applicata una stesura di colla di coniglio, come “invito” alla tela di incamottatura presente solo sulla tavola di sinistra e ai filamenti di stoppa di canapa che invece ricoprono parte della superficie delle altre due tavole. Anche la composizione dello strato preparatorio, molto spesso e “tirato a stecca”, è diversificata sulle tre tavole: gesso e polvere di marmo in colla animale leggermente pigmentata per la tavola sinistra, gesso miscelato con gesso alabastrino in colla animale leggermente pigmentata per gli altri due pannelli. Il disegno preparatorio è realizzato in nero di carbone, visibile in trasparenza dove lo strato pittorico è più sottile, ma sono presenti anche incisioni a punta metallica; sulla tavola di sinistra si trovano ulteriori linee di colore rosso bruno a definire l’impianto architettonico, mentre nella tavola di destra vi è un maggior uso di velature ed acquarellature.
La composizione pittorica è realizzata su di un fondo cromatico chiaro e luminoso, realizzato a bianco di piombo intonato di volta in volta in base alla successiva stesura pittorica, applicato a campitura piatta o semplificando i volumi, a definire un primo abbozzo pittorico.
Diversa è la resa cromatica delle singole tavole: l’effetto di smalto traslucido proprio della tavola di destra è assente in quella di sinistra, mentre il pannello centrale copre un ruolo di mediazione con le altre due. Le indagini diagnostiche non invasive e i prelievi stratigrafici hanno permesso di identificare i vari pigmenti presenti e definire la tavolozza utilizzata dall’artista. Il legante è stato identificato, attraverso le indagini gascromatografiche, come tuorlo d’uovo.
La grande struttura lignea tridimensionale, intagliata, dorata e decorata si impone per le grandi dimensioni (4.50 x 4.50 x 0.30 circa) e per la sua bellezza formale. Realizzata su disegno dello stesso artista, è stata concepita per contenere, come all’interno di un tempio, le tavole dipinte. È composta da otto elementi: predella, quattro colonne, architrave e due volute.

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